A Verona dal 9 al 12 aprile parte Vinitaly, la più grande manifestazione enologica italiana e il salone di riferimento per il settore vitivinicolo: 4.272 espositori (+3,3%) nella 51/a edizione.
Con il 21% del mercato internazionale, l’Italia si conferma il secondo Paese esportatore di vino nel mondo, per un valore registrato nel 2016 di oltre 5,6 miliardi di euro e una crescita sull’anno precedente del 4,3%. Con un saldo commerciale che ha un surplus di oltre 5,3 miliardi di euro.
A Vinitaly le regioni presentano le loro eccellenze. Ad esempio il Molise promuove le sue “eccellenze regionali – dichiara il presidente Paolo di Laura Frattura – e il numero crescente delle nostre aziende partecipanti, conferma quanto di buono abbiamo finora fatto. Il Molise non si presenterà come la solita ‘Cenerentola’, ma con un ruolo ben definito. La Regione investe, utilizzando la vetrina di Vinitaly, sulle aziende e sulla qualità. Mai questa regione ha registrato un trend di crescita come nel settore agricolo e in particolare vitivinicolo. Per noi parlano i numeri dei fatturati”.
Sono 200 i produttori di vini piemontesi presenti alla 51ma edizione di Vinitaly, e l’assessore piemontese all’Agricolutra, Giorgio Ferrero, spiega che “la competizioni globale è troppo forte, perché si vada disuniti”.
Anche “la Puglia del vino è pronta: porteremo al Vinitaly una regione competitiva, accogliente, che parla attraverso i suoi prodotti”, dichiara l’assessore all’Agricoltura della regione Puglia, Leonardo Di Gioia.
”Ci presentiamo al Vinitaly – dichiara il presidente della regione Campania, Vicenzo De Luca – con prodotti di qualità eccellente, con la riscoperta delle nostre produzioni dopo anni difficili in cui l’immagine dell’agricoltura campana era stata sporcata dalla Terra dei Fuochi e dalle conseguenti campagne”.
De Luca ha sottolineato che in Campania “non ci sono grandi quantità di produzioni nel confronto con altre regioni come la Toscana, il Piemonte e il Veneto, ma possiamo vantare la più alta quantità di doc bianchi e produzioni di assoluta eccellenza”.
Dal 2006 al 2016 le esportazioni di vini campani sono cresciute del 261 per cento a fronte di una media nazionale che si attesta all’85 per cento.
”Questi dati – afferma De Luca – testimoniano una crescita straordinaria e ci dicono che abbiamo grandi spazi di mercato per i nostri prodotti che devono seguire la linea della qualità”.
Sono 152 le aziende siciliane che partecipano a Vinitaly “Palcoscenico Sicilia” sarà lo spazio istituzionale allestito a Verona dall’assessorato regionale Agricoltura e dall’Irvo al padiglione 2 che ospiterà 14 iniziative dedicate al vino e all’olio siciliani.
Sono 90 cantine le cantine abruzzesi che partecipano. “La forte partecipazione
dei nostri produttori è un messaggio importante dopo i tragici eventi di gennaio che hanno penalizzato il comportato – dichiara l’assessore alle politiche agricole Dino Pepe -. Il Vinitaly rappresenta una sorta di ‘primavera’ per la nostra regione, una straordinaria occasione di promozione e rilancio del settore vitivinicolo; esiste un Abruzzo forte, resiliente, tenace che è capace di ripartire e non arrendersi alle difficoltà. Questa è la dimostrazione”.
presenti nei territori abruzzesi.
“La vitivinicoltura umbra – sottolinea l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini – nell’ultimo decennio ha conosciuto una profonda trasformazione: sono stati rinnovati gli impianti viticoli, qualificando ulteriormente le produzioni regionali, e le cantine umbre hanno dimostrato la loro dinamicità e vitalità anche investendo nell’ammodernamento degli impianti di trasformazione e nelle nuove tecnologie per la promozione e la commercializzazione. La Regione Umbria – ricorda Cecchini – le ha supportate e le supporta con il Piano regionale specifico per il vino, con le risorse dell’Ocm Vino che ammontano a circa 6 milioni di euro annui per il quinquennio 2014/18, con le misure del Programma di sviluppo rurale”.
“Il trend positivo di questi ultimi anni – rileva Cecchini – viene confermato dai risultati dell’export dei vini umbri: da gennaio a settembre dello scorso anno, rispetto allo stesso periodo del 2015, le esportazioni di vino da parte delle aziende vitivinicole umbre sono cresciute dell’11,3 per cento a fonte di una media nazionale del 3,3 per cento”.
Dopo la recente trasferta in Belgio e in Germania, il Consorzio Vini di Romagna va a Vinitaly di Verona esponendo all’interno del Padiglione 1 (interamente dedicato ai vini dell’Emilia Romagna): 31 le aziende che parteciperanno all’evento, festeggiando il doppio anniversario: i 50 anni di Romagna Sangiovese e Romagna Albana DOP. Ogni giorno il Consorzio Vini di Romagna organizza eventi e iniziative che non mancheranno di coinvolgere e appassionare il pubblico e gli operatori.
“Dobbiamo dare sicurezze e certezze sul futuro ai produttori di vino – dichiara l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava – che operano con i vigneti eroici e storici. Altrimenti, metteremmo a rischio un segmento rilevante sul piano della biodiversita’ e della redditivita’ della filiera vitivinicola”.
Fava chiede al presidente della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, Leonardo Di Gioia, di porre all’ordine del giorno della prossima Commissione Politiche agricole – in programma durante Vinitaly di Verona (9-12 aprile) – due ordini di questioni, per raggiungere una posizione condivisa tra le Regioni, da presentare al ministro Martina. A sostenere la richiesta della Lombardia anche il collega del Veneto, l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan.
Temi tecnici, che potrebbero dare rassicurazioni al comparto vitivinicolo ‘Made in Italy’, quello che piu’ di altri ha nella biodiversita’ un punto di forza riconosciuto a livello mondiale. Secondo Fava e’ necessario “definire quanto prima un quadro organico che possa, partendo dalla definizione dei vigneti eroici e storici e dalla loro catalogazione nei sistemi di gestione del potenziale viticolo, essere la base per una politica effettiva di protezione, sviluppo e valorizzazione”. Un quadro che deve essere condiviso dalle Regioni, innanzitutto. Allo stesso tempo, Fava sollecita di “inserire nel decreto ministeriale 12272/2015, che disciplina l’assegnazione annuale delle nuove autorizzazioni, una quota riservata all’impianto dei vigneti posti in condizioni difficili, quali i vigneti coltivati non in altipiani ad altitudini superiori ai 500 mt sul livello del mare, vigneti coltivati su pendenze superiori al 30%, vigneti coltivati su terrazze e/o gradoni, vigneti coltivati nelle piccole isole”.
Inoltre, Fava e Pan sollecitano alla Conferenza delle Regioni “la definizione di un significativo punteggio specifico per tali impianti”, che faccia riferimento a criteri previsti dallo stesso regolamento”, come le “superfici in cui l’impianto di vigneti contribuisce alla conservazione dell’ambiente” o “superfici caratterizzate da specifici vincoli naturali o di altro tipo”. Discussioni e atti che meritano, per l’assessore lombardo, immediata attenzione, perche’ “consentirebbe di lanciare un primo concreto segnale nei confronti dei viticoltori che operano in condizioni assai difficili e che, con il proprio lavoro concorrono concretamente alla difesa del territorio, alla sua cura e manutenzione a vantaggio di tutta la popolazione in un quadro integrato di sviluppo locale”.
La Regione Calabria parteciperà con un proprio stand curato dal Dipartimento “Agricoltura”. Saranno cinquantotto le aziende produttrici di vino, due in più rispetto al 2016, e due di liquori che insieme ai consorzi di tutela “Vini Doc Cirò e Melissa” e “Vini DOP Terre di Cosenza”, offriranno la possibilità di degustare le nuove annate di circa 500 etichette calabresi.
E’ presente anche uno spazio istituzionale sarà inoltre gestito dagli Assessorati dell’agricoltura e risorse naturali e turismo, sport, commercio e trasporti della Regione autonoma Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Associazione agriturismo valdostano. In tale spazio saranno presentate le peculiarità enogastronomiche della Valle d’Aosta.
La regione Lazio ha un padiglione esclusivo di 1.800 metri quadrati, con 65 produttori in rappresentanza di tutte le province.
Per presentare la propria vocazione vinicola, più di 20 appuntamenti per la Regione Lazio in cui si discuterà di gastronomia e cultura del settore. E’ in programma anche la terza edizione del contest, ‘Il territorio in tavola’ a cui parteciperanno giovani studenti presenti, come ogni anno, in ‘fiera in stage’ con Regione Lazio e Arsial.
Il presidente Nicola Zingaretti spieha che “quest’anno la Regione Lazio avra’ un padiglione di 1800 metri quadrati: vino ma anche una parte dedicata all’olio, ma soprattutto con il piu’ alto numero di produttori che tornano a Vinitaly. La cantine non erano mai state tanto numerose, ritornano all’interno del padiglione alcune grandi cantine che nel passato avevano fatto altre scelte per collocarsi in padiglioni piu’ affollati. Oggi il Lazio è ritornato protagonista”.
L’assessore regionale alle Risorse Agricole, Cristiano Shaurli, illustra la partecipazione del Friuli Venezia Giulia: “Un’edizione record sia per il numero di presenze sia per le iniziative con cui verrà presentata la nostra produzione vinicola ai professionisti nazionali ed internazionali del settore e, nello stesso tempo, le scelte compiute da Regione e filiera vitivinicola. Un settore che cresce, offre nuove opportunità che, se sapremo gestire insieme, ci consentiranno un ulteriore salto di qualità”.
Il Friuli Venezia Giulia partecipa con oltre 200 aziende, di cui 106 nella collettiva organizzata da Ersa, e 18 eventi programmati nello stand regionale: 1500 metri quadrati in cui le 106 aziende vitivinicole promuovono il meglio della produzione del territorio.
“La provincia di Treviso, con due milioni di presenze turistiche nell’ultimo anno, dimostra di aver saputo investire sulle sue colline, sul paesaggio e su un territorio capace di esprimere fiere, sagre, volontariato e una agricoltura eroica, come quella del Prosecco. Oggi il distretto produttivo del Prosecco – afferma Luca Zaia, presidente della regione Veneto – vale mezzo milione di bottiglie ed esporta il vino più conosciuto e venduto al mondo, superando lo Champagne. E’ stata una crescita esponenziale, grazie al grande lavoro dei nostri agricoltori, a persone come Enrico Giotto che hanno perso la vita per coltivare questa terra, allo spirito di sacrificio dei suoi abitanti”.