Roma – I medici che sconsigliano i vaccini vanno incontro a sanzioni disciplinari, fino addirittura allaradiazione dall’Ordine. Lo sottolinea il documento approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale della Fnomceo lo scorso 8 luglio, presentato oggi a Roma.
“I medici- si legge nel documento- ricordano che secondo la Costituzione della Repubblica la tutela della salute dell’individuo rappresenta un interesse della collettività. Tale imperativo costituzionale si attaglia ai vaccini che, proteggendo il singolo dalla possibile comparsa di gravi malattie, tutelano la comunità attraverso il cosiddetto ‘effetto gregge’, che si realizza quando una percentuale variabile tra l’85% e il 96%, a seconda della contagiosità della malattia, induce una riduzione fino alla cessazione della circolazione degli agenti patogeni. Questi concetti della medicina moderna, che hanno salvato centinaia di milioni di vite umane, non possono essere trascurati“.Solo in casi specifici, proseguono i camici bianchi, quali ad esempio “alcuni stati di deficit immunitario, il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Il consiglio di non vaccinarsi nelle restanti condizioni, in particolare se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica“. Quindi il richiamo: “È compito della professione ricordarli ai medici, ai decisori politici e ai cittadini tutti. Lo stato di salute della popolazione non è un dato definitivamente acquisito, ma deve essere continuamente presidiato e difeso e ciò vale per ogni attentato che si voglia portare all’efficienza del Servizio sanitario nazionale”. Nella storia della medicina, si legge ancora nel documento della Fnomceo, i vaccini rappresentano “una delle più grandi vittorie sulle malattie e sono tra i presidi più efficaci mai resi disponibili per l’uomo. La prevenzione e la scomparsa di malattie infettive, in passato tra i più terribili flagelli dell’umanità, costituiscono un successo senza pari e, senza dubbio, il più gran numero di vite salvate grazie alla scienza medica. Ed è forse la scomparsa del confronto quotidiano con le conseguenze mortali o invalidanti di tante malattie, dovuta alla scoperta dei vaccini e delle terapie antibiotiche, che ha indotto la cittadinanza- concludono i medici- a credere che il successo sulle malattie infettive fosse definitivo”. (Di.re)