David Cameron, il Primo ministro britannico grida al successo dopo l’accordo raggiunto nell’ Unione Europea che concede al Regno Unito una condizione da “statuto speciale” in modo da consentire al suo paese di superare il referendum sull’Europa ed evitare il rischio del cosiddetto Brexit, cioè l’uscita dei britannici dall’Unione.
Ovviamente, sarà poi il voto a confermare se il compromesso raggiunto porterà gli elettori in terra d’Albione a votare contro la definitiva secessione.
Così come si tratterà di vedere se lo sforzo per tenere il Regno Unito ad ogni costo assieme agli altri 27 paesi servirà a rafforzare l’Europa o, al contrario, a minarne di più sostanza e credibilità.
Da quelle che sono le dichiarazioni ufficiali, dopo una lunga trattativa difficile ed estenuante, il punto centrale intorno cui ruotano i commenti è quello delle modifiche e deroghe ai trattati da introdurre in modo da consentire al governo di Londra di limitare gli strumenti di assistenza sociale a favore degli stranieri residenti in Uk per almeno i prossimi sette annu.
Così, mentre Cameron tende a dare molta enfasi ai risultati raggiunti, per altri ci si trova di fronte a modifiche davvero minori rispetto alla situazione attuale, anche se di forte impatto simbolico. Emblematica la dichiarazione di qualche Primo ministro che ha parlato di “fine della commedia”.
La nuova intesa, comunque, lascia a Londra la possibilità di emanare eventuali interventi definiti “di emergenza” per proteggere la City di Londra e la struttura produttiva britannica.
Siamo, insomma, davvero, come ha confermato del resto il Presidente di Turno, il polacco Tusk, di fronte al riconoscimento di un vero e proprio “status speciale” della Gran Bretagna.
L’attenzione adesso si sposta, ovviamente, sulla reazione dei britannici profondamente divisi di fronte alle prospettive europee.
Una divaricazione che interessa lo stesso partito conservatore di Cameron il quale, molto probabilmente, si troverà in ogni caso di fronte a polemiche addirittura interne al suo stesso Governo, nonostante egli ritiene di aver raggiunto un grande successo perché la trattativa esclude che la Gran Bretagna farà” mai parte di un super stato europeo”.
Dichiarazione rivelatrice sull’assoluta divaricazione di opinione con il mondo degli europeisti più convinti che chiedono, invece, più Unione e meno spazio per i vecchi stati nazionali. (u.e)