Nicolosi, Catania: Giordana Di Stefano era una giovane madre di 20 anni con una figlia di 4 anni. È stata raggiunta in auto dall’assassino, in una zona periferica di Nicolosi, e colpita in modo ripetuto alla gola, al torace e all’addome con diversi colpi di arma da taglio. Per la povera ragazza non c’è stato nulla da fare che confermare l’ora del decesso.
Giordana, da giovane madre, dopo il parto lasciò la scuola per dedicare il suo tempo alla bambina, ma non era una ragazza frivola con l’idea di sfondare nel mondo del cinema o della TV, anche se seguiva lezioni di danza classica e si esibiva in piccoli spettacoli locali della sua regione.
L’assassino, Luca Priolo, il padre della bambina, in lacrime ha confessato l’omicidio, lo ha fatto per le accuse di stalking, del 2013, nei confronti della giovane Giordana. Ieri mattina ci doveva essere la prima udienza preliminare. Sarà stato solo un caso? L’uomo, al momento del suo arresto, si trovava alla stazione in attesa di un treno per la Svizzera. Adesso è pentito.
«Uno degli errori più grandi che si possano fare è tenere vicino chi sgretola la tua autostima, piano, con gesti apparentemente inconsapevoli». E ancora: «Bisogna fare attenzione alle parole che si dicono… Le parole sono armi senza scampo, affilate e pericolose… Ti si appigliano addosso e non te ne liberi più…Ci sono schiaffi che si perdonano e parole che non lasciano scampo….!!!! Alcune parole non perdonano….Buonanotte…!!!!!». Con questo post, pubblicato su facebook, Giordana in una notte di piena estate voleva spiegare la sue ansie nascoste dietro l’inquietudine di vivere.
Antonio Agosta