di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Guardo fuori dalla finestra il cielo illuminato quasi a festa e pronto al pianto, ormai piove da giorni come lacrime della natura sull’uomo mortificato per la propria imbecillità, mentre il freddo mi stimola a fumare la mia ultima sigaretta rimasta nel pacchetto da giorni. Nel mio caso è una dipendenza che risale alla mia giovane età, combattuta senza successo e che mi porterà alla morte. Mi ricorda Italo Svevo nella sua “Coscienza di Zeno”. Però, io non farò come Zeno Cosini, per me non sarà l’ultima sigaretta, perché senza non vivrei.
U.S. (ultima sigaretta). Fuori la pioggia ha preso il sopravvento su tutti e su tutto, e si fa fatica a guardare il mondo che ci circonda. Odio la pioggia, adoro il sole, ma dalle mie parti il sole si affaccia con timidezza quasi fosse un bambino che nasconde le proprie marachelle. Sono le cinque del pomeriggio ma sembra già notte. Mi sdraio sul divano ad aspettare che giunga il sonno che mi porterà alla temporanea interruzione con l’ambiente circostante. Non ho fame e non voglio perdere tempo a guardare il nulla in TV, mi farà compagnia l’ultima sigaretta che tengo fra le mie dita. La guardo come se fosse un Santo da venerare per chiedergli quel miracolo straordinario che mi farà scoprire Dio. Non fumo da giorni e continuo ad avere allucinazioni anche in quello che dico. Chi è Dio? Questa entità superiore a noi che ci estromette dalle nostre scelte di vita? Si dice che sia morto per noi per salvarci dal peccato e dalla morte. Però, i peccatori sono sempre presenti e si muore tutti i giorni. Marx diceva che più affermiamo Dio e più sconfessiamo l’uomo per capire noi stessi. La mia è sempre più confusa.
U.S. (ultima sigaretta). Ho raggiunto un’età in cui il cancro non mi ha fatto ancora visita. Forse non è vero che il fumo ti porta sottoterra per mette fine alla tua esistenza, sono solo idiozie inventate dai benpensanti con la corona del rosario fra le mani. Mi si chiudono gli occhi e non riesco a tenerli aperti, oppure è il segno divino per punirmi del mio presunto scetticismo verso Dio? Lei è sempre tra le mie dita che aspetta la sua morte naturale.