Palermo – Il 30 Dicembre scorso il primo collaudo, l’indomani le prime corse. Il tram a Palermo è diventata finalmente una realtà; dopo quasi 68 anni dall’ultima corsa, il Tram torna a circolare e servire i palermitani. Quello che si chiedono tutti però è: quanto durerà? Come si comporteranno i palermitani nei confronti di questo nuovo mezzo pubblico? Oppure ancora: Tra quanto il primo mezzo sarà distrutto dai vandali? Come si adatteranno i palermitani alla nuova segnaletica stradale del Tram? Domande che in effetti sono balenate nella testa di ogni palermitano durante gli infiniti mesi di collaudo di Genio, il primo tram palermitano. Si, la città di Palermo e i suoi cittadini, hanno risposto “presente” ai collaudi del costoso nuovo mezzo di trasporto, e una sparuta minoranza ha risposto “presente” alla fiera degli strafalcioni: prima le fermate del tram sono state ricoperte di scritte in vernice rossada novelli Picasso palermitani, poi le continue invasioni da parte degli automobilisti della linea ferrata e infine i migliaia di commenti negativi sui social da parte dei cittadini che non hanno gradito l’introduzione di una tassa sulla zona ZTL collegata all’avvio delle nuove corse del Tram. Anche l’amministrazione però non ha dato una mano nell’introduzione del nuovo mezzo di trasporto; sia ben chiaro il progetto del Tram a Palermo risale al 1996 e prevedeva la costruzione di tre diverse linee: Roccella, Leonardo da Vinci e Calatafimi. Erano stati stanziati in circa 8 anni, tra 1996 e 2003, all’incirca una ventina di miliardi di vecchie lire; il progetto sembrava funzionare e il comune aveva raggiunto un accordo con Amat e Ministero dei Trasporti. Il primo stop però non si fa attendere: con il passar degli anni, il progetto originario era ormai obsoleto e andava interamente aggiornato. Il progetto viene temporaneamente fermato, ma nel 2005 sembra arrivare la svolta: nel marzo viene convalidato il nuovo programma per la rete tramviaria, subito approvato dal ministero. Si prevedono solo 5 anni di lavoro, aleggia ottimismo e il comune si ritiene soddisfatto. Intanto sono passati 10 anni e i costi del progetto lievitano: si passa dagli iniziali 192 milioni di euro ai 322,5 milioni del 2008. Ma non finiscono i problemi: nel 2011 l’Autorità Nazionale Anticorruzione blocca tutto. Il progetto viene sospeso nuovamente fin quando riparte nel 2014 a pieno regime; in poco tempo, causa anche le possibili sanzioni da parte dell’Unione Europea sui ritardi dei lavori, vengono costruite le linee previste e con il beneplacito del comune viene inaugurato in pompa magna con la presenza di tutte le autorità disponibili. Ma intanto fioccano i commenti negativi sui social, alle fermate del tanto atteso tram e per le strade della città: le macchinette adibite all’acquisto dei biglietti non danno resto, i primi tram in funzione si intralciano a vicenda e si ritrovano sullo stesso binario oppure ancora i ritardi che si verificano per la scarsa capacitàdel guidatore medio, soprattutto nelle zone più critiche del traffico palermitano, di rispettare i semafori istallati per il corretto transito dei mezzi. Ci si chiede se Genio, sia davvero uno strumento utile e se questo possa funzionare e aiutare chi abita in periferia a raggiungere più facilmente le zone nevralgiche della città. La risposta sembrerebbe essere un inaspettato si: la linea 1 per esempio collega la Stazione Centrale di Palermo al centro commerciale Forum; la linea 2 invece collega la stazione Notarbartolo al capolinea San Paolo nei dintorni di Via Castellana; la linea 3 infine collega da un lato la zona di corso Calatafimi al Parco Uditore e dall’altra invece copre il percorso che si interrompe nella linea 2 e porta i viaggiatori al Centro Commerciale La Torre. Un percorso quindi che vuole collegare molte parti della città, rendere meno dura la vita dei viaggiatori che dietro il servizio autobus Amat perdevano le giornate e portare in poco tempo i cittadini a due dei maggiori centri commerciali della città. Ma subito dopo l’inaugurazione e la partenza delle vetture, il comune o meglio l’Amat, ha deciso di dare ancora più argomenti ai palermitani scontenti: 34 linee soppresse su 88; il 40% delle linee autobus in meno. Che siano state attuate queste modifiche per l’assoluta fiducia riposta in Genio o per una riduzione sui costi dell’azienda, non c’è dato sapere; quello che invece è conoscibile, è il fatto che Palermo non è la sola città ad avere attuato questa scelta: Venezia nel Gennaio dello scorso anno ha attuato simili modifiche, stessa cosa Torino nell’ottobre sempre dello scorso anno. Il miscuglio è pronto: vecchi e nuovi problemi si accavallano, vecchi e nuovi dubbi si rincorrono per le strade di Palermo. L’unica costante è il sempre avaro di complimenti e avido di critiche popolo palermitano, un popolo da soddisfare, un popolo non abituato ad aspettare in silenzio, un popolo che nonostante tutto saprà sempre come lamentarsi, soprattutto a ragione. Sul banco di prova quindi Comune, Amat e cittadini; il “chi vivrà, vedrà” mi sembra la più attuale delle citazioni sul caso. Intanto però riprendendo uno stralcio delle dichiarazioni del Sindaco Orlando, mi auguro soltanto che “Grazie ai tram, migliaia di cittadini avranno una ulteriore e sempre più valida alternativa al mezzo privato, come scelta ecologica e di vita”.
(Gabriele Imperiale)