Roma – Aumenta di 0,8% nel 2015 il Pil. L’Istat rende noto inoltre che il Pil torna a crescere dopo tre anni di cali consecutivi. Mentre l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari al -2,6%, rispetto al -3,0% del 2014.
Nel contempo la pressione fiscale nel 2015 arriva al 43,3% del Pil, il livello più basso dal 2011 quando aveva segnato il 41,6%, spiega sempre l’Istat, era al 43,6% del 2014.
Nel 2015 il debito italiano è al 132,6% del Pil (nel 2014 si attestava al 132,5%), il massimo dal 1995 (la Nota di aggiornamento del Def indicava un rapporto del 132,8%). Ma il debito del 2015 si attesta ad un livello record di circa 2.170 miliardi di euro.
Per la domanda interna nel 2015 si registrano variazioni positive nei consumi finali nazionali (0,5%) e negli investimenti fissi lordi (0,8%). Per i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4,3% e le importazioni del 6,0%. L’avanzo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil è stato pari all’1,5% (1,6% nel 2014).
Sono andati bene l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca (3,8%), l’industria (1,3%) e le attività dei servizi (0,4%). Le costruzioni hanno invece registrato un calo dello 0,7%.
L’Istat ha fornito anche altri dati relativi a disoccupazione, prezzi al consumo e retribuzioni contrattuali. E per quanto riguarda l’andamento economico negli altri paesi sviluppati, l’Istat rileva un aumento del Pil negli Stati Uniti del 2,4%, nel Regno Unito del 2,2%, in Germania dell’1,7% e in Francia dell’1,2%.
La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,5 punti percentuali mentre la domanda estera netta è risultata negativa per 0,3 punti.