GIAPPONE – Continuano le scosse di assestamento, almeno 120, mentre aumenta il numero degli sfollati e non si fermano le ricerche dei dispersi sotto le macerie. Nelle ultime ore la terra ha continuato a tremare con violente scosse, tutte d’intensità di magnitudo vicine e superiori ai 5.0 dopo, quella di 7.4 che secondo gli esperti potrebbe essere l’espressione massima del fenomeno delle ultime ore. Questi terremoti interessano la città di Kumamoto sull’isola di Kyushu. Secondo gli esperti, la scossa più violenta è paragobanile a quelle che nel 1995 a Kolbe provocò 6.500 vittime. Quasi un centinaio sono le persone rimaste intrappolate sotto le macerie, tra cui alcuni studenti del campus universitario dell’Università Tokai, nella prefettura di Kumamoto.
Millesettecento abitazioni sono state distrutte, più di 200.000 senza elettricità e 380.000 case senza servizi idrici. Secondo le stime della prefettura, 91.760 persone hanno cercato rifugio nei 686 centri di accoglienza. Il governo ha mobilitato fino a 15.000 ufficiali di polizia, che insieme alle forze di autodifesa hanno continuato a scavare tra le macerie facendo fronte alle frane che hanno coinvolto le principali arterie autostradali, causato la chiusura dell’aeroporto di Kumamoto, e il crollo di diversi ponti che collegavano l’interno della regione. Anche il Monte Aso, il vulcano più attivo dell’arcipelago, ha eruttato nelle prime ore del mattino con nuvole di fumo alte fino a 100 metri, facendo salire il livello di allerta a 2 in una scala massima di 5.
Le case automobilistiche Toyota e Honda hanno fermato le operazioni in attesa di stabilire l’entità dei danni subiti. La Panasonic, inizialmente riaperta dopo il primo sisma di giovedì, ha sospeso i lavori dopo la seconda scossa avvenuta nelle prime ore di sabato. I dipendenti della Sony hanno dovuto evacuare nel corso del turno notturno, mentre il produttore di pneumatici Bridgestone non è riuscito a far ripartire le operazioni dopo le due scosse a distanza di 24 ore.
Secondo le ultime rilevazioni il primo terremoto è stato originato da una faglia trascorrente con uno spostamento sul piano orizzontale: poiché l’epicentro aveva una profondità ridotta (circa 11 km) il tremore causato ha raggiunto un’intensità estremamente elevata, la massima sulla scala giapponese, equiparabile a quella registrata a Fukushima. Nel frattempo l’Autorità per la Sicurezza Nucleare (NRA) ha confermato che le due centrali vicine, quella di Sendai nella prefettura di Kagoshima e quella di Genkai non hanno subito danni e nemmeno ci sono state modifiche nel livello di radioattività presente nell’ambiente.
Intanto migliaia sono le persone che si apprestano a trascorrere la seconda notte nei 500 centri di accoglienza adibiti a rifugio dalle autorità.
Alessandra D’Andrea