Il Primo ministro della Spagna, Mariano Rajoy, dopo il Consiglio dei ministri straordinario spagnolo sulla crisi con la Catalogna ha reso ufficiale l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione che prevede la sospensione dell’autonomia catalana.
“Questo è un processo unilaterale e contrario alla legge e che ha cercato lo scontro”, così ha detto Rajoy prima di aggiungere: “La cosa più antidemocratica e impressionante è ciò che è successo il 6 e 7 settembre nel Parlamento catalano, un evento senza precedenti: sono stati negati i diritti dell’opposizione e nel giro di un quarto d’ora è stato approvato un progetto di legge”.
Rajoy ha sostenuto che il provvedimento punta a quattro obiettivi: “ ritornare alla legalità; recuperare la normalità e la convivenza comune, elementi che si sono deteriorati; continuare con il recupero economico, indire le elezioni in una situazione di normalità”.
Così il governo della Catalogna, diretto da Carles Puigdemont, è destituito completamente. Ora toccherà al Senato ratificare la decisione che rischia di acuire la crisi di rapporti con Barcellona ed una gran parte del popolo catalano.
Il partito di Puigdemont sostiene che si tratta di “ un colpo di stato contro il popolo della Catalogna”.
Ieri sera, il re Felipe VI, ha denunciato l’”inaccettabile tentativo di secessione” catalano e affermato che la Catalogna “è, e sarà, una parte essenziale della Spagna”. La Spagna, ha assicurato il monarca, “farà fronte all’inaccettabile tentativo di secessione di una parte del suo territorio nazionale e lo risolverà con le sue legittime istituzioni democratiche, nel rispetto della Costituzione e dei valori e principi della democrazia parlamentare”.