Lo smartphone come un’arma con cui spiare, carpire informazioni riservate, magari ricattare; il tutto a completa insaputa dell’interessato. E’ universalmente noto che i vari device ci rendono vulnerabili dal punto di vista della privacy, ma ora Edward Snowden – l’ex agente Usa rifugiatosi in Russia nel 2013 – intervistato dalla Bbc dal suo nascondiglio di Mosca ha descritto nel dettaglio il sistema messo a punto dagli 007 di Sua Maestà e dai loro colleghi d’oltre Oceano per intrufolarsi nei telefonini di ultima generazione e manipolarli a piacimento: in modo da ascoltare le conversazioni, scattare foto, carpire qualsiasi dato archiviato o utilizzarli come registratori o come indicatori di posizione. Anche quando sono spenti.
IL SOFTWARE DEI PUFFI – Alla base di tutto ci sono software sofisticatissimi cui le agenzie di intelligence hanno dato nomi di fantasia, come quelli che richiamano personaggi come i Puffi. Software nati da investimenti massicci messi sul piatto tanto dall’intelligence britannica quanto da quella statunitense con l’obiettivo di piratare – sostanziamente come gli hacker, ma con ben altri mezzi – proprio gli smartphone. Uno di questi software-spia si chiama Dreamy Smurf (la versione inglese del Puffo sognatore) e può accendere e spegnere a distanza il telefonino preso di mira. Un secondo, Nosey Smurf (il Puffo curiosone, nome scelto non a caso), è in grado di registrare qualsivoglia conversazione o ciò che succede attorno. Un terzo, Tracker Smurf (il Puffo segugio, che nei cartoon è dotato di un fiuto prodigioso), funziona infine come un geolocalizzatore capace d’individuare la posizione di chi ha con sè lo smartphone e di seguirne gli spostamenti.
IL GRANDE FRATELLO – Come nel Grande Fratello di George Orwell che tutto vedeva e sentiva, Snowden ha precisato che nulla di ciò che si fa con il telefonino in questione, o che succede intorno ad esso, può sfuggire agli spioni se questi lo desiderano. L’occhio del Gchq – come pure quello dell’Nsa – vede i messaggi, individua chi chiama chi, ascolta le conversazioni, risale a tutte le ricerche condotte in internet con il browser, traccia i movimenti e scatta discretamente foto al possessore del telefono e a chi o cosa gli siano vicini. Basta che lo si voglia.
RAPPORTI INCESTUOSI – Nell’intervista alla BBc Snowden ha anche denunciato i rapporti spesso incestuosi fra le agenzie spionistiche e le grandi aziende telefoniche e del web, rapporti senza i quali non sarebbe probabilmente possibile avere tali “praterie” aperte. Interpellato dalla stessa Bbc su questa nuova ondata di imbarazzanti rivelazioni, un portavoce del governo di Londra si è rifiutato di rispondere.