Mentre in Siria continuano scontri e bombardamenti, all’Onu non si riesce a raggiungere un accordo nel Consiglio di sicurezza per raggiungere almeno un cessate il fuoco, soprattutto a Ghouta, nei pressi di Damasco dove in pochi giorni sono morte centinaia di persone, in gran parte civili e non combattenti.
La Russia, infatti, ha espresso la propria contrarietà ad una risoluzione sulla Siria predisposta da Svezia e Kwait che prevedeva la sospensione dei combattimenti e la creazione di corridoi umanitari per lo sfollamento delle persone rimaste intrappolate nell’area e prese tra i due fuochi.
In generale, la bozza di documento prevede una tregua nazionale di 30 giorni con trasferimento dei feriti di entrambe le parti.
Intanto, si continuano a contare le vittime degli scontri in corso nell’area di Ghouta controllata dalle forze ribelli contrarie al regime di Bashar al Assad dopo giorni e giorni di bombardamenti effettuati dalle forze del governo siriano.
Secondo alcune fonti, i morti sarebbero saliti ad oltre 400, tra cui numerosi bambini. L’ONU da svariati giorni ha chiesto un cessate il fuoco per consentire la consegna degli aiuti umanitari e l’evacuazione dei feriti.
Nel frattempo le truppe dell’esercito della Siria sono giunte nella città di Afrin, a lungo sotto il controllo delle forze curde. Sono state inviate per affrontare quelle che la Turchia sta utilizzando nel nord del paese.
I militari di Ankara hanno attraversato il confine per respingere i curdi fuori dalla parte nord della Siria immediatamente confinante con la Turchia.
La Turchia ha sparato con l’artiglieria pesante numerose volte verso i curdi e le colonne siriane che avanzavano per difendere la città del nord della Siria.