Roma. Come se non bastassero quelle che già ci sono, ecco l’ultima novità in fatto di tasse: l’imposta sul condizionatore. L’ennesima batosta annunciata che si sarebbe abbattuta sui portafogli dei contribuenti.
Tutto parte dalla necessità per l’Italia di adeguare la propria legislazione a una direttiva europea che tutela l’ecosistema limitando l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. In sostanza questa direttiva equipara i condizionatori agli impianti di riscaldamento, obbligando i proprietari a possedere un libretto di impianto, oltre a introdurre controlli ogni 4 anni dei condizionatori stessi.
La legge – Il provvedimento è stato emanato dal governo Renzi alla fine di giugno di quest’anno. Il comune di Roma è il primo a prendere la palla al balzo e a trasformare la tassa (potenzialmente corretta per il rispetto ambientale) in una mannaia sulle tasche dei contribuenti: la situazione nella capitale è descritta minuziosamente da Davide Giacalone su Libero in un articolo pubblicato a inizio giugno. Infatti allontanandosi un po’ dall’intento green, nelle città italiane -Roma in primis- stanno nascendo società ad hoc, partecipate o private, cui deve essere affidato ilcensimento degli impianti di condizionamento.
I primi dati parlano di cifre considerevoli: per il rilascio del libretto e del primo bollino per i condizionatori occorreranno almeno 200 euro, che salgono a 300 se i condizionatori in casa sono più di uno. E si calcola che l’intero gettito di questo provvedimento porti nelle casse dello stato più di quanto porti la riscossione dell’Imu: 4 miliardi di euro. Aspre di annunciano le multe per chi viene beccato senza le carte in regola: dai 500 ai 3mila euro per il proprietario dei condizionatori, da mille a 6mila euro per il manutentore che non abbia applicato minuziosamente la normativa. Le somme finirebbero nelle casse di Comuni e Regioni.
L’allarme sarebbe stato scaturito dalla Lega Nord, la legge è di due anni fa, e non si applicherebbe ai privati.