La discussa riforma della sanità nel Veneto ha preso forma nella legge regionale n.19 del 25 ottobre 2016, una modifica profonda che sta mettendo le sue radici in un territorio alquanto complesso e che sta iniziando a mettere a fuoco le sue luci e le sue ombre. Fabio Beltempo segretario provinciale dell’ugl di Padova ha percepito qualche segnale di allarme nella applicazione di tale riforma, segnale questo condiviso da Tania Santi -segretario regionale ugl medici e da Sefano Tabarelli segretario sanità. Santi afferma con decisione che – La riforma andava fatta, ma che ora si corra purtroppo il rischio che si trasformi in pratica in una semplice divisione dei territori. Si potrebbe perdere di vista l’obiettivo principale, ovvero quello di continuare a garantire un servizio ad hoc ai cittadini ,quel servizio che ha fatto della nostra regione il fiore all’occhiello della sanità a livello nazionale. Ma non si può minimamente pensare di mantenere tali standard di eccellenza sacrificando quelli che sono gli artefici di tali traguardi, i lavoratori.- I numeri della Ulss 6 euganea sono considerevoli, racchiude in se 103 comuni, 1 milione di abitanti, 7.500 dipendenti, un costo su base annua di 1 miliardo e 720 milioni di euro, la gestione di 5 ospedali e più di 100 privati accreditati, 1.700 posti letto per degenze gravi e 175 mila accessi ai Pronto Soccorso. A fronte di questi dati qualche preoccupazione cominciamo ad avvertirla, sia dalla dirigenza medica che da tutto il comparto sanitario, ad oggi non sono affatto chiare le scelte che l’azienda Intende apportare nel nostro territorio e non possiamo aspettare mesi prima che venga definito e comunicato il nuovo atto aziendale. Gestire al meglio i servizi ai cittadini deve essere la nostra priorità, per questo auspichiamo da un lato l’alleggerimento della gestione dei codici bianchi nei pronto soccorso attraverso un sempre più stretto lavoro di sinergia con i medici di base con lo sviluppo sempre maggiore delle Medicine di Gruppo Integrate affinché si possano sgravare gli ospedali del carico importante nella gestione dei pazienti con patologie più gravi. L’azienda sanitaria deve fare i conti con liste di attesa interminabili e con l’insufficienza delle dotazioni mediche e sanitarie presenti sul territorio, e purtroppo gli investimenti in tal senso sembrano essere ad una fase di stallo. Un sempre maggior numero di cittadini padovani si vede privato di un considerevole numero di medici, orientati ad operare nel polo ospedaliero veronese, un vero e proprio “esodo” che ci sottrae professionalità e competenze Negli ospedali è saltata una generazione di medici ormai ultracinquantenni la cui competenza e capacità cliniche non potranno essere trasmesse ai giovani che per l’assurdo blocco occupazionale devono andare a trovare un’opportunità all’estero, con ripercussioni sulla futura qualità dell’assistenza. Come organizzazione sindacale ci poniamo delle domande a riguardo e non possiamo chiudere gli occhi di fronte a problemi del genere, vogliamo prendere atto delle difficoltà legate alle scuole di specializzazione e ai numeri chiusi. Per non parlare delle preoccupazioni del Servizio Microbiologia e Virologia dell’ AOPD, a causa di turni di pronta disponibilità nei giorni festivi, che non sono solo in aperto contrasto con il dettame contrattuale dell’orario di lavoro e della normativa europea , ma che lo si vuole paradossalmente trasformare in falso turno programmato. I temi sono caldi e richiedono una immediata presa di coscienza, i lavoratori e i cittadini hanno dato voce a legittime preoccupazioni che ci hanno spinto ad inviare una lettera all’azienda sanitaria ULSS 6 per aprire quanto prima un tavolo di confronto tra le parti interessate.