Saranno Marche, Umbria e Veneto le tre Regioni punto di riferimento per determinare i costi standard in sanità utili per arrivare a stabilire le quote di riparto del Fondo sanitario nazionale (le cosiddette “Regioni benchmark”).
È quanto ha deciso la Conferenza delle Regioni nella seduta odierna. La decisione sarà ratificata nella seduta di oggi della Conferenza Stato Regioni. “Le Marche guidano la classifica della qualità dei servizi dei sistemi sanitari regionali”, si legge in una nota diffusa Regione. Le Marche si confermano, per il secondo anno consecutivo, la prima Regione ‘benchmark’, scelta come riferimento per la definizione dei criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario. “Non posso che ringraziare gli uomini e le donne che ogni giorno hanno lavorato e lavorano nella sanità marchigiana e che hanno permesso di raggiungere questo importante risultato per le Marche per il secondo anno consecutivo – spiega il Presidente delle Marche Luca Ceriscioli -. Sappiamo quanto ci sia ancora da fare per corrispondere alle esigenze e alle istanze dei cittadini, per questo il risultato raggiunto è uno stimolo a fare sempre meglio”. La valutazione – prosegue la nota della Regione Marche – avviene attraverso una serie di indicatori relativi sia alla qualità assistenziale che alla qualità della spesa. Tra i 19 indicatori presi in considerazione sono stati considerati il punteggio della griglia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), i risultati di esercizio valutati dal tavolo degli adempimenti relativi al 2013, la degenza media pre-operatoria, la spesa farmaceutica pro capite e il costo medio dei ricoveri. “Siamo consapevoli dei tanti sacrifici che sono ogni giorno chiamati a fare tutti coloro che operano in sanità – conclude Ceriscioli – soprattutto in un momento di grande difficoltà per la nostra comunità colpita dagli eventi sismici degli ultimi mesi e che hanno visto il sistema sanitario regionale in prima linea per sostenere le popolazioni”.
Anche il Veneto è stato confermato benchmark per la sanità nazionale, assieme a Marche e Umbria; una decisione, quella presa dalla conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, accolta con soddisfazione dal Presidente Luca Zaia. “Mantenere un’eccellenza è più difficile che raggiungerla, soprattutto dopo anni di tagli alle risorse. Ringrazio i colleghi Presidenti delle Regioni per aver confermato la loro stima e la loro fiducia nei confronti della sanità veneta. Come da sempre siamo a disposizione di tutti per condividere le nostre buone pratiche”, ha commentato. “I costi standard per evitare utilizzi impropri dei fondi e determinare su questa base il riparto del Fondo Sanitario nazionale – aggiunge Zaia – sono da anni la madre di tutte le battaglie, che abbiamo condotto, spesso in solitudine o quasi, su tutti i tavoli nazionali. Il fatto di essere indicati come esempio per determinare i costi standard utili per arrivare a stabilire le quote del riparto significa che il muro ha ceduto (la Consip nei giorni scorsi ha chiuso la gara per il costo unico delle siringhe, un segnale ma importante) e che, se ci sara’ il coraggio di perseverare, le cose potranno migliorare per la sanita’ italiana e per i conti pubblici”. “Il vento sta cambiando – conclude il presidente del Veneto – per lungo tempo abbiamo navigato con l’aria in faccia e ora finalmente è arrivato il momento di alzare le vele. Utilizzando il metodo dei costi standard in casa nostra abbiamo chiuso il bilancio sanitario in attivo per sei anni di fila, pur riuscendo a sostenere le nostre eccellenze e la qualità diffusa negli ospedali e sul territorio, e con la nuova riforma amministrativa avviata dal primo gennaio recupereremo dalla macchina burocratica altre risorse da dedicare alle cure. Se, come testimonia la decisione di oggi, siamo un esempio, significa che avevamo visto giusto sin dai primi passi della programmazione nel 2010”.
Ed anche la Regione Umbria si conferma tra le tre Regioni italiane “benchmark” per la definizione dei costi medi standard in sanità, al fine della determinazione delle quote di riparto del Fondo sanitario regionale. Sulla base della griglia LEA anno 2013 e dei risultati di esercizio valutati dal tavolo adempimenti relativo all’anno 2013, solo 5 regioni, tra quelle non assoggettate al piano di rientro, risultano essere eleggibili: Emilia Romagna; Lombardia; Marche; Umbria; Veneto. Tra queste la Conferenza Stato-Regioni – sulla base dell’Indicatore di qualità e di efficienza (IQE) – ha indicato le tre Regioni “”benchmark””: Marche, Veneto e Umbria. Si tratta delle Regioni di riferimento, per la definizione dei criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario. “La conferma dell’Umbria quale Regione ‘benchmark’ in sanità, come ormai avviene ininterrottamente dal 2011, – hanno dichiarato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini – rappresenta l’ulteriore attestazione della qualità del servizio sanitario regionale, sia per ciò che riguarda l’organizzazione e l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sia per gli aspetti economici e gestionali del sistema. Ovviamente ciò ci stimola e ci incoraggia nel proseguire il nostro lavoro per continuare a migliorare la sanità regionale, nell’interesse soprattutto dei cittadini”.