“In un tempo caratterizzato da cambiamenti fa piacere che le Conferenze (Stato-Regioni e Unificata) abbiano avuto a conclusione di una specifica indagine conoscitiva della commissione parlamentare per le Questioni regionali una valutazione positiva per la funzione di raccordo fra i territori e lo Stato che in questi hanno assicurato” lo ha detto il Presidente della regione Toscana Enrico Rossi, intervenendo il 27 ottobre – in rappresentanza della Conferenza delle Regioni al convegno che si è tenuto al Senato sul tema “Il Parlamento e il sistema delle Conferenze”.
Nel corso del suo intervento Rossi ha sottolineato che “la trasformazione del Senato nella Camera delle autonomie non comporta il superamento delle Conferenze”.
Soffermandosi sulle proposte avanzate dalla commissione bicamerale per le Questioni regionali basate su diversi scenari – a seconda che alla consultazione referendaria prevalga il sì o il no- Rossi ha detto che nel caso in cui non cambiasse la Costituzione appaiono comunque “condivisibili tutte le proposte avanzate per il riordino delle Conferenze” e fra queste il presidente della Toscana ha sottolineato l’importanza della ipotesi di istituire una “Conferenza degli esecutivi composta dal presidente del Consiglio e dai presidenti delle Regioni”. Un’idea per altro – ha aggiunto Rossi – che ritengo valida anche nel caso di conferma referendaria della riforma costituzionale”.
In caso di vittoria del sì il 4 dicembre, è evidente che “il cambiamento della Carta inciderà di più sul sistema delle Conferenze, nel ruolo e nel funzionamento. E pone il problema del raccordo che dovrà esserci tra le Conferenze e il Senato: se vincesse il referendum confermativo, si aprirebbe una fase nuova, per cui dovrà valere ancora di più un principio di leale collaborazione”.
Non solo. Il nuovo Senato come definito dalla riforma costituzionale può essere l’occasione per una “autonoma autoriforma delle Regioni. Credo che dovremo saper accettare la sfida oppure la crisi delle Regioni sarà irreversibile”. E nell’ ambito di questa autoriforma sarà fondamentale rivedere la “geometria delle regioni che devono avere una taglia adeguata alla globalizzazione e ai servizi per i cittadini. Ci sono regioni che non arrivano a un milione di abitanti. Ne parliamo – osserva – da tanto tempo ma con il nuovo Senato le regioni possono riqualificarsi proponendo una autoriforma”.
Secondo Rossi il nuovo Senato “porterà la voce dei territori dentro una Camera dello Stato e può essere un luogo di formazione, un banco di prova per la formazione di una nuova classe dirigente legata ai territori”. In ogni caso – conclude il presidente della Toscana – se la riforma sarà confermata “dovremo discutere di leggi e regole e dovremo avere comportamenti coerenti, caratterizzati – ha ribadito – da una più forte collaborazione”.