ROMA – ROSSO SANGUE – Come quello lasciato stanotte sul selciato di via Cossa a Roma, o quello di Cagnano Varano o di nuovo quello nella Capitale solo pochi giorni fa.
Il sangue dei nostri figli, padri e mariti che cercando di combattere per una legalità ormai difficile anche da scrivere. Quelli che hanno dedicato gli anni migliori ad uno Stato che li ha sviliti, defraudati e spesso puniti per aver compiuto il proprio mestiere. La sento la rabbia dei “colleghi“, la leggo nelle centinaia di messaggi e nei post sui social, per quella che qualcuno di loro ha definito “mattanza“. Perché se porti una divisa, oggi, in Italia, sai che domani quel sangue potrebbe essere il tuo. Lo mettono in conto tutti i nostri carabineri ogni volta che abbottonano quella divisa, spesso inadeguata, arcaica e fuori moda, quanto quella bandoliera o quel cappello che sono solo un intralcio se c’è un’emergenza; che vanno bene se indossati per una parata ma non per correre dietro ad un malvivente. Non lo comprendono invece quelli che, dietro le loro scrivanie, negli uffici ovattati e pieni di cimeli, non ricordano o, forse più semplicemente, non sanno che significhi stare sulla strada a prendere offese e sputi quando ti va bene, una coltellata quando invece va peggio. Non lo sa uno Stato che non riesce a dotare i propri difensori di equipaggiamenti e tecnologie avanzate, al passo con i tempi e con la violenza dilagante ovunque, anche in un quartiere bene come Prati.
Tutto questo sembra non saperlo una nazione che ha bisogno di un Decreto sicurezza bis per ricordare a tutti i cittadini che la violenza ad un pubblico ufficiale È REATO! Che manifestare con spranghe e caschi È REATO!
Che opporre resistenza ad un pubblico ufficiale o lanciargli un estintore È REATO! Che uccidere chi ti intima l’Alt È REATO!
Cosa diremo a quei figli che dovranno crescere con il peso di un’assenza? Cosa racconteremo a quelle mogli, madri e donne devote, che hanno sacrificato le loro stesse esistenze per inseguire il credo nell’Istituzione dei loro congiunti? Cosa direste voi a quella sposa che per pochi giorni è stata moglie e per quello che resta sarà la vedova di un carabiniere?
Riuscite a sentirlo il suo dolore? Io sì e l’ho sentito in tutte le sirene della Polizia, della Guardia di Finanza e Vigili di Roma Capitale che oggi hanno suonato, ripetutamente, di fronte il Comando Generale dell’Arma, con i militari accorsi per onorare un loro fratello caduto, come un pianto continuo che ha spazzato via tutti i rumori di questa città, sempre più rosso sangue.
Margot Alessandra D’Andrea
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