Roma a rischio impeachment? evoluzioni dell’antisistema al governo
Roma – Ancora si sente il contar delle ultime schede, e i bicchieri di champagne tintinnano ancora, e già il nuovo sistema avanzato di governo vacilla. La nuova legislatura Raggi è iniziata subito in modalità vecchio sistema, con l’ausilio dei soliti rituali di nomine, stipendi a cui ormai l’italiano medio è talmente abituato da non meravigliarsene più. Certamente il lavoro che si presenta a chi sceglie (motu proprio) di diventare il Sindaco della capitale italiana, non è proprio quello di una passeggiata. E quindi bisogna partire ben attrezzati. Tutti guardano con fiducia le nuove forme di governo, probabilmente incentivati dal fatto che il passato non andava mai bene, e che il futuro dovesse o potesse essere messo nelle mani di chi, con strumenti avanzati è riuscito a catturare non il cuore, ma l’indignazione della gente. Certo è che strillare è un conto, poi governare è ben altro. Nessuna posizione di partito preso. Le istituzioni sono di tutti, dopo le elezioni il Sindaco Raggi è di tutti, e non solo dei grillini. Dopo le ultime vicende, il tenore della strilloneria tradizionale è sostituito da un linguaggio di approfondimento e di difesa del sistema che da nuovo è già diventato vecchio come gli altri. La politica vecchio stampo è divertita nel vedere tante persone giocare alle istituzioni. E’ diverso governare Roma, dall’essere senatore o deputato della Repubblica. Si è tutto un altro discorso. Cosicchè molti parlamentari pentastellati sono approdati sugli scranni di Montecitorio, e sono rimasti praticamente inosservati o sconosciuti all’opinione pubblica. Disciplina di meetup, senso di appartenenza al movimento, discussioni sedute a terra in cerchio. Questa è la nuova politica, quella che condanna tutto il vecchio, e ne fa di tutta un’erba un bel fascio. Bene, fin qui la gente ha creduto, ora i riflettori di Roma Capitale sono puntati dall’intera opinione internazionale. E di fronte alle incertezze delle nomine…in quanto i designati devono rispondere a determinati requisiti, dimissioni e riduzioni di stipendi, resta in piedi il problema di un assessore della newgiunta Raggi che già dal primo mese sembra presentare qualche problemino giudiziario. Ciò nonostante, siccome sono, giustamente i PM a dover decretare la colpevolezza rispetto a reati contestati, è garantito il prosieguo amministrativo. I direttòri, che sostituiscono in pratica i vecchi comitati di partito, vanno un pò in confusione, e Grillo sommessamente concede fiducia alla Raggi che però resta una vigilata speciale nel Movimento. In tutto questo bailamme, la politica di sistema non può nulla, anche perchè nell’innovazione non c’è spazio per la mediazione ma solo per l’intransigenza, quando però le cose riguardano gli altri. Ai posteri le ardue sentenze.