Palermo – E’ Il nuovo movimento a cinquestelle versione 2.0, quello che ha aperto “la fase due”, e quindi la nuova era del Movimento. E così dopo l’amplissimo spazio che il maturo leader aveva riservato ai giovani, il comico italiano torna ad essere il capo del Movimento. Quindi un futuro con un ritorno alle origini. Beppe Grillo dunque da Palermo riprende in mano lo scettro pentastellato con porte aperte al nuovo che avanza. “Se devo fare il capo politico lo farò. Io ci sono a tempo pieno. Non posso più con il passo di lato. Io voglio stare con il Movimento fino alle elezioni e vincerle”. Fa un pò di meaculpa, accennando anche ad una sorta di “impreparazione” che nella gestione di una “città complicata” come Roma li avrebbe colpiti di sorpresa. Qualche riferimento poi al famoso “direttorio” in cui, come nei migliori partiti, regna rivalità e qualche questione umana.
“Siamo davanti alla prima fase di un grande esperimento, ci sarà una seconda fase e la inaugureremo stasera” dice il leader grillino che spiega: “Fase 2 vuol dire che parlo di una seconda generazione, parlo dei giovani che si avvicinano adesso e devono capire cosa è il Movimento, perché non lo hanno vissuto”. Non nega rivalità nel Direttorio: “Forse sì, ma è normale, del resto la tv è immagine, c’è quello che funziona di più o quello che funziona meno”
Per gli attivisti convinti l’evento di Palermo è stato un rilancio del movimento, ma analisti politici considerano il ritorno in campo in prima linea di Grillo una sorta di politica del gambero. Staremo a vedere. Intanto a Roma – dice Grillo – decide la signora. E la signora, appunto è la Virginia Raggi, ormai diventata famosa in tutto il mondo, e forse anche nello spazio per aver decretato il no alle olimpiadi sic et simpliciter. Renzi, dal canto suo non risparmia critiche dirette sulla decisione, ritenuta inopportuna da tutto il mondo imprenditoriale e produttivo italiano, in tutti i vari comparti. I pentastellati parlamentari accusano un pò di stanchezza in tutto questo tourbillon, che sta mutando di fatto l’azione politica. Da contestatori a governanti con un click. La differenza tra i “sistemi” non è poi così netta; il popolo, sovrano di diritto ma non di fatto, assiste passivamente a ciò che accade. Si chiede crescita, sviluppo e lavoro. Ma se non viene attuata una politica di dialogo e di apertura, di mediazione e confronto come ne uscirà l’Italia dalla crisi???