Roma. Una formula abbastanza democristiana per stemperare il clima, approcciare al dialogo senza però doverne tenere necessariamente conto. Questa la sostanza della posizione del governo che attraverso il Ministro Boschi ha annunciato aperture senza veti. Prosegue dunque tra avvertimenti e sospetti reciproci la ricerca di un’intesa nel Pd sulle riforme. Maggioranza e minoranza rivendicano entrambe apertura e passi avanti nel dialogo. E professano anche un certo ottimismo che l’accordo sia possibile. Ma poi sibilano il dubbio che l’altra parte voglia far saltare il tavolo. “Deve essere scritto con chiarezza che il Senato è elettivo”, continua a chiedere la sinistra. “Niente veti”, non si stancano di ripetere i renziani. Nessun veto, assicura Pier Luigi Bersani: “Se c’è disponibilità vera, noi siamo a posto e per trovare l’accordo basta un millimetro”. E nell’attesa che la direzione convocata da Matteo Renzi il 21 settembre faccia chiarezza, affila le armi Roberto Calderoli, nemico giurato di un testo “a rischio fascismo”: “E’ la mia Resistenza. Se il governo non vuole cambiare il ddl sarà sommerso da milioni di emendamenti”. Bisogna però pensare che le riforme sono di tutti e non afferenti ad un solo partito.