Bari – In settembre, in occasione della Fiera del Levante”. Il Patto per la regione Puglia si firmerà a settembre. Lo ha annunciato lo stesso premier, Matteo Renzi, in visita nella regione, spiegando che con le istituzioni pugliesi “su alcune cose c’è molta assonanza, su altre un po’ meno”. Ma su Taranto “le istituzioni devono andare avanti con determinazione”, spiega il presidente del Consiglio.
“Venire a Taranto è un bel gesto da parte del Governo”, ha sottolineato il presidente Michele Emiliano, ma gli stanziamenti sono ancora insufficienti per l’Ilva. Inoltre Emiliano ha chiesto delle deroghe per il sistema sanitario.
“Da quanto mi sembra di capire – afferma Emiliano – per Taranto non c’è una lira in più, non so se è chiaro, sono tutti soldi che erano stati già stanziati dall’amministrazione precedente regionale e solo in piccola parte dai governi passati. Qui, oggi, abbiamo fatto solo un riepilogo, una ri-firma. La ri-firma è un istituto giuridico che ho appreso essere nell’ordinamento italiano”.
Emiliano spiega così gli 850 milioni che “furono stanziati tra il 2008 e il 2012 e che devono essere utilizzati per le bonifiche. Quindi, noi abbiamo un quadro passato, sul quale c’è stato un grande lavoro nell’ultimo periodo. La stessa accelerazione dei lavori del porto costituisce per noi tutti un’importantissima opera che dobbiamo al Ministro Delrio e all’armonia con la quale hanno lavorato Regione Puglia e la Presidenza dell’ Autorità Portuale”.
“Abbiamo però – ha continuato il Presidente della regione Puglia – 900 milioni di ulteriori progetti già in stato avanzato, che probabilmente potremmo realizzare se avessimo qualche soldino in più o se il Patto per il Sud fosse un po’ più simile a quello del passato. Comprendo, tuttavia, che la situazione della finanza pubblica non consente a nessun Governo di stanziare nuove somme, se non in piccola parte, per le necessità di questa Provincia”.
“Sull’ultimo Decreto Ilva – ha poi evidenziato Emiliano – preferirei esaminare il testo complessivo. Se ho capito bene, il ruolo della Regione Puglia nella tutela delle questioni ambientali e della salute, nella fase di vendita della fabbrica, è abbastanza marginalizzato, quindi, verificheremo se ci sono delle situazioni di conflitto di attribuzioni da far valere davanti alla Corte Costituzionale e, come parte offesa nel processo, valuteremo il Decreto nel suo complesso”.
Intanto le tappe e gli impegni presi del premier a Taranto sono il Museo archeologico Nazionale (MarTa) e la firma del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto.
A Renzi “sta a cuore che Taranto tenga insieme il sacrosanto diritto alla salute con il sacrosanto diritto al lavoro” e su Ilva “non c’è alcuna dilazione dei tempi né fuga di responsabilità”.
“Noi siamo qui per dire che è finita la stagione degli assegni a vuoto, la mia è tutt’altro che una passerella, noi siamo qui per verificare gli impegni concreti e cosa manca”, spiega Renzi, sottolineando, dopo aver inaugurato l’ampliamento del MarTa, come investire nella cultura sia “un elemento chiave per la svolta del Paese”.
Dal 2001 al 2012 sul porto di Taranto – sostiene Renzi – “sono stati investiti 35 milioni, negli ultimi 4 anni, 428 milioni”, spiega alla firma in Prefettura del patto da 850 milioni – avviato nel dicembre scorso – per gli investimenti strategici nella città di Taranto, dalla sanità alle scuole del quartiere Tamburi.
“Su Ilva con la Regione abbiamo opinioni diverse”, spiega Renzi. Emiliano ribadisce che nel Patto su Taranto “non c’è una lira in più. Qui oggi abbiamo fatto un nuovo istituto giuridico, la ri-firma”.
Inoltre Emiliano chiede al Governo di valutare anche le deroghe per il sistema sanitario della provincia di Taranto: “Noi abbiamo bisogno di un investimento massiccio, dal punto di vista sanitario, che richieda alcune deroghe”.
“La sanità pugliese – afferma il Presidente della regione Puglia – che si prende cura più o meno dello stesso numero di pazienti-cittadini dell’Emilia Romagna, lo fa con 800 milioni di fondo sanitario in meno e con 15mila addetti in meno. È chiaro che non riusciamo a soddisfare le esigenze legittime della provincia di Taranto, che è soggetta a dati epidemiologici completamente fuori scala dal punto di vista tumorale, ma anche per altre patologie, senza poter disporre di deroghe sulle assunzioni e sui parametri del Decreto Ministeriale n. 70. Almeno questo ci potrebbe dare la forza per andare avanti. Ritornare a Taranto, Signor Presidente Renzi, è stato un gesto bello. Io so che aldilà di alcuni inevitabili punti di vista differenti, io e Lei ci ritroviamo sempre sui valori del rapporto schietto e leale con il popolo italiano attraverso la Costituzione della Repubblica, alla quale tutti abbiamo giurato fedeltà”.