Diranno che sei vecchio
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Era la quarantunesima edizione del Festival di Sanremo del 1991, Renato Zero, il cantattore e lo chansonnier dalle grandi capacità istrioniche della musica italiana, si affacciava sul palco dell’Ariston cantando “Spalle al muro”, una canzone scritta dalla cantautrice Mariella Nava, inserita nell’album Prometeo, e reinterpretata dalla cantante Grace Jones in lingua inglese con il titolo “Still life”. Per Renato era la sua prima apparizione ufficiale in una gara canora importante come quella sanremese, la vetrina musicale delle grandi occasioni per tanti cantanti italiani.
L’artista non vincerà la kermesse, arriverà secondo preceduto da “Se stiamo insieme” di Riccardo Cocciante. Un secondo posto per nulla indifferente, un successo accompagnato dal commosso applauso del pubblico presente, emozionato e incantato per la sua intensa interpretazione.
Il testo è struggente, faceva già riflettere al suo esordio e lo fa ancora oggi a distanza di 25 anni. La parola vecchio aleggia come la rassegnazione e il declino di una vita finita, e di anziane persone nascoste dietro gli echi di giovani illusi di essere eterni su questa Terra: “Quando gli anni, son fucili contro/ Qualche piega sulla pelle tua/ I pensieri tolgono il posto alle parole/ Sguardi bassi alla paura di ritrovarsi soli”. Renato, il Re dei sorcini, ha un seguito di sostenitori anche fuori dalla sua Roma, conosciuti con il termine “sorcini”, esclamazione che fa riferimento a un vecchio episodio accaduto agli inizi della sua carriera musicale.
Sul palco, dietro i lustrini e le paillettes, è un grande provocatore del giusto, trascinando il suo pubblico in un mondo ambiguo tutto suo, pronto ad intervenire sulle ingiustizie della vita nei confronti della povera gente.
Renato, durante la serata conclusiva della gara canora, con la mano sul cuore e davanti al suo pubblico presente al teatro e a milioni di telespettatori, annuncerà pubblicamente il suo ritiro dalle scene, un ritiro che mai ci sarà, perché lui è il grande Renato Zero, l’instancabile artista eclettico dei giorni nostri.
L’inimitabile e stravagante cantante, “romano de Roma”, ritornerà al Festival di Sanremo due anni dopo, era il 1993, con il brano “Ave Maria”, contenuta nel nuovo lavoro discografico: “ Quando non sei più di nessuno”. L’esibizione finale vede un pubblico in piedi e un tributo con un applauso di 4 minuti e 8 secondi.