L’obiettivo è dare maggiore flessibilità
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
A Londra sono lontani anni luce dall’Italia, i lavoratori vengono tutelati creando un ambiente felice e sano, a differenza del nostro Paese che penalizza chi lavora mettendo un freno alla produttività. Se nel Regno Unito si cerca di trovare una soluzione pacifica alla donna, nei giorni del ciclo, in Italia viene penalizzato anche il congedo parentale e le malattie dei dipendenti, perché la malattia non è un diritto e pertanto viene decurtata dallo stipendio.
Tutto ebbe inizio quando la direttrice dell’azienda Coexist di Bristol, Bex Baxer, vide le sue dipendenti vergognarsi per uno stato fisico del tutto naturale, quasi piegarsi su stesse. Da quel momento capì che le sue lavoratrici andavano tutelate permettendo loro il congedo mestruale. “L’obiettivo è dare loro una maggiore flessibilità e creare “un ambiente lavorativo felice e sano. E si sa che quando il clima in ufficio è buono, diventa anche più produttivo”.
Nel 2007 la Nike, noto marchio di scarpe sportive, il congedo mestruale lo inserì nel codice di condotta in tutti i paesi in cui opera, iniziativa già promossa nel ’47 in Giappone e in altri paesi asiatici.