Alessandra D’Andrea. Roma – Sicurezza, legalità, turismo e commercio per far ripartire la regione e Roma. Non sono solo elezioni politiche nazionali ma anche regionali per gli elettori del Lazio, chiamati alle urne il prossimo 4 marzo. In questi giorni di agguerrita campagna elettorale, comizi e pubblici incontri, abbiamo intervistato Flavia Cerquoni, candidata alla Regione insieme a Paolo Della Rocca (già sindaco di Palombara), eletta membro dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia, di cui è capogruppo per il settimo municipio. Trent’anni, avvocato, da sempre impegnata in politica, è consigliere del Municipio 7 di Roma Capitale nonché Presidente della commissione controllo, garanzia e trasparenza dello stesso; Vice presidente delle commissioni consiliari al commercio-demanio-patrimonio, bilancio e cultura, scuola e politiche giovanili, sociali e abitative.
E’ stata Membro e Delegata della Commissione Esteri del Forum nazionale dei giovani alla European Youth Conference di Salonicco. Un curriculum politico di tutto rispetto iniziato a sedici anni in una sezione territoriale e continuato poi subito dopo l’Università. Colta, giovane, determinata, conoscitrice delle problematiche del territorio, ha ben chiari quali siano gli interventi urgenti ed indispensabili per la Regione, per Roma e per tutti i comuni ad essa collegati.
Abbiamo affrontato con lei alcuni temi del ricco programma di Fratelli D’Italia per la Regione Lazio: il primo è quello che ormai da mesi vede coinvolti cittadini e sindaci della periferia per i tanto contesati aumenti dei pedaggi autostradali della A24.
“ L’importanza delle interconnessioni con i comuni limitrofi sono basilari per Roma. Mi sono schierata dalla parte dei Sindaci della Valle d’Aniene e dei suoi cittadini nelle recenti manifestazioni perché ritengo che un aumento del pedaggio autostradale del 12% sia assurdo. Sono circa seicento euro annui che andranno a gravare sulle casse delle famiglie costrette all’utilizzo della vettura principalmente per motivi di lavoro, in quanto manca totalmente l’alternativa su rotaie. Tutto ciò porterà ad un inevitabile svuotamento dei piccoli comuni e, viceversa, a meno introiti per le attività commerciali della Città. Aumentando i servizi di trasporto su gomma e rotaia ci sarebbe meno traffico cittadino e meno inquinamento. Basilare, inoltre, la realizzazione di parcheggi nei punti strategici della città e non la loro chiusura (vedi quelli di Val di Chiana e Via Magna Grecia chiuso da tantissimi anni). La periferia, purtroppo, vive oggi una condizione di lontananza dal centro ed anche dai servizi e dalle istituzioni, perché la città è difficilmente raggiungibile. I lavori infiniti della Metro C, spot elettorale di Marino prima e della Raggi poi, ne sono la riprova.”
Esiste oggi un effettivo allontanamento tra il popolo e le istituzioni viste come disinteressate alle vere problematiche del territorio. “Noi vogliamo dare risposte concrete cercando di unire, integrare la città al resto del territorio perché i pendolari sono una risorsa indispensabile per Roma.”
Una città più vivibile e facilmente raggiungibile sarebbe, come anticipato, un toccasana anche per il commercio. Ma come mai gli italiani, ed in questo caso i romani, chiudono le loro attività e gli extra comunitari invece le aprono creando addirittura un monopolio in alcuni settori, come i tantissimi ortofrutta che occupano in maniera sconsiderata ogni angolo di Roma? In cosa sono agevolati se la burocrazia, da sempre cavillosa, ci auguriamo sia la stessa? “L’italiano ha una vita tracciabile e se contravviene viene perseguito con multe e chiusure. Gli stranieri troppo spesso non hanno una residenza italiana, sono nullatenenti o lavorano per un titolare non è mai in sede. Lo straniero quindi non ha nulla da perdere e la prescrizione normativa non ha seguito. E’ quindi meno “perseguitato” di un italiano con le carte in regole. Oggi di norma, dopo la seconda multa, avviene la chiusura, da uno a cinque giorni, da parte dell’ ufficio disciplina del commercio con determinazione dirigenziale di chiusura, camuffate spesso dai negozianti come ristrutturazioni. Noi vogliamo predisporre delle disposizioni categoriche: all’apertura si deve avere una residenza precisa e verificata; sottoscrivere una fidejussione a garanzia per ovviare all’impossibilità delle amministrazioni di recuperare le sanzioni a carico, cosa che oggi non avviene; sospensione della licenza alla quinta multa e obbligo di esposizione dell’ordinanza di chiusura. Più severità, più controlli e più legalità”
Senza servizi la Regione e la Città sono destinate al declino. Nel Safe Cities Index 2015, l’Economist posiziona Roma al gradino numero 40 tra le più insicure, sia per i campi rom presenti che per le centinaia di sbandati che gravitano intorno alle principali stazioni ferroviarie e metropolitane: come coniugare turismo e sicurezza per milioni di visitatori l’anno, visti i servizi basilari non propriamente all’altezza di una capitale europea?
“Sicurezza e legalità sono al primo posto nel nostro percorso politico e, purtroppo, problemi giornalieri per i cittadini, soprattutto in alcune zone periferiche per via dei numerosi campi rom presenti, che questa amministrazione intendeva risolvere con il progetto ’“Accompagnamento all’abitare” dei 4.500 residenti “ufficiali” nei campi rom della Capitale, attraverso la “richiesta dell’alloggio” ed il “contributo all’affitto (di ottocento euro) per i primi due anni” o con i mille euro a chi è disposto ad ospitare un immigrato in casa. Nelle periferie, ma come pure al centro, mancando il contatto diretto con le istituzioni, è più facile si creino focolai di microcriminalità e situazioni incandescenti spesso legate a scontri tra cittadini ed immigrati, come in molti fatti di cronaca recenti. Più volte abbiamo dovuto richiedere l’intervento dell’Esercito ma le Forze dell’Ordine, primo presidio del territorio, sono troppo spesso abbandonate.
C’è assoluta necessità che siano dati loro gli strumenti per operare ,che portino ad una maggior fiducia dei cittadini e leggi che tutelino gli agenti, perché le persone hanno necessità di sentire le Forze dell’Ordine più vicine e più presenti. Questa politica non sta dando loro le giuste risposte.
Per quanto riguarda il turismo, il visitatore che viene a Roma resta in media tre giorni, spesso senza allontanarsi dai siti archeologici del centro. La nostra idea è quella di creare percorsi dedicati alla scoperta dei Castelli Romani e dei suoi vigneti, di Tivoli e le sue ville, o dello splendido litorale romano ( che negli ultimi anni ha dovuto affrontare tantissimi problemi di erosione) . In questo modo si possono sostenere anche gli investimenti dei singoli e delle loro attività imprenditoriali per un rilancio dell’economia locale.
Noi di Fratelli D’Italia vogliamo dare un incentivo a restare a Roma più giorni offrendo informazioni e proposte turistiche di serio collegamento tra l’Urbe, il litorale e le altre bellezze del nostro territorio, tutte iniziative carenti nelle dichiarazioni dell’attuale governatore della regione, Zingaretti.,
Serve tanto buon senso. I cittadini devono tornare a credere nella politica”
(Alessandra D’Andrea)
© Riproduzione Riservata