Proseguiamo con questo secondo step l’approfondimento relativo alla patologia dell’esofagite da reflusso. Spesso questa patologia viene diagnosticata con certezza dopo che cicli di accertamenti e terapie insistenti non hanno dato alcun esito positivo. A questo punto avendo escluso la presenza di allergie significative (con test allergologici) e di altre patologie a carico dell’apparato respiratorio, si passa alla terapia farmacologica. Non si può prevedere quando l’esofagite agisce, ma ciò accade sempre di notte con la posizione supina. Gli specialisti, di norma prescriveranno quindi dei farmaci che hanno il compito di inibire la pompa protonica nello stomaco, con conseguente neutralizzazione dell’acidità. In questo caso il reflusso ci sarà ugualmente ma l’acidità controllata sarà poco incidente e quindi scarsamente infiammatoria a carico della mucosa.
Un rimedio che però non si può certo portare avanti alle calende greche in quanto la perdurante assunzione di questi farmaci che sono anche gastroprotettori, è causa di altri sintomi negativi per la salute. Gli inibitori di pompa protonica (PPI) dovrebbero essere prescritti al dosaggio inferiore e per il minor lasso di tempo possibile, in relazione alla condizione trattata . E non certo all’infinito e senza alcuna rivalutazione, come purtroppo spesso avviene. Il motivo non è solo quello dello spreco di risorse, ma del pericolo degli effetti indesiderati anche gravi che una somministrazione sconsiderata di questa categoria di farmaci può causare. Un messaggio questo che dovrebbe arrivare anche a tutti i medici e i pazienti italiani, visto che nel nostro paese pantoprazolo, lansoprazolo e omeprazolo figurano nella top ten dei farmaci più prescritti. Quindi il paziente può e deve attrezzarsi autonomamente per ridurre la sintomatologia, ed in alcuni casi anche per neutralizzarla.
Accorgimenti importanti sono quelli di dormire con due cuscini o comunque con la testa abbastanza rialzata rispetto al corpo. Ciò evita che il reflusso possa raggiungere la gola, e quindi non si manifesterà l’infiammazione della gola. Altra cosa è l’alimentazione, si deve cercare di assumere cibi con regolarità, senza troppi eccessi evitando tutto ciò che è troppo “pesante” per la digestione. Gli insaccati sono da evitare, così come merendine, e cibi da fast food ed occorre seguire una alimentazione bilanciata riducendo i cibi troppo grassi. Ciò aiuta moltissimo a ridurre gli episodi di reflusso, con controllo efficace della patologia. E’ chiaro che noi non vogliamo sostituirci agli specialisti, ogni caso deve essere sicuramente valutato individualmente, ma intendiamo dare un supporto alla salute, apportando un contributo con consigli semplici, i quali in ogni caso non hanno controindicazioni di sorta. I percorsi diagnostici comunque, come la gastroscopia, l’esofagoframma, ecotomografia dell’addome ed altri accertamenti serviranno a dare le risposte corrette e certe.
Daniele Imperiale
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