I will always love you
di Antonio Agosta
Whitney Houston, conosciuta come The Voice, muore nel 2012 annegando accidentalmente nella vasca da bagno di un hotel di Beverly Hills, ma la vera causa del decesso è da attribuire a un collasso cardiaco causato probabilmente dal lungo abuso di farmaci, droghe e alcool.
Tutti noi la ricordiamo per la sua voce particolare, la più bella della storia della musica americana; oltre che come attrice accanto a Kevin Costner nel film “Guardia del corpo” del 1992.
Grazie alle sue grandi doti di cantante ha trascorso parte della sua adolescenza solcando il palco dei locali notturni dove cantava la madre e alcune volte l’ha accompagnata nelle sue esibizioni; si esibisce davanti a tanta gente che apprezza la sua precocità nel mondo musicale, lo stesso della madre Cissy e della cugina Dionne Warwick. Solo dopo la maturità, fisica e intellettuale, comincia la sua brillante carriera come modella prima e cantante dopo, conquistando le copertine delle riviste di moda più importanti: successivamente divenne anche interprete di colonne sonore di film.
Whitney vende più di 200 milioni di dischi, seconda dopo Madonna nel primato di artista femminile dal maggior successo di sempre. Però, tuttavia, la sua vita personale non sarà felice come lei pensava. Nel 1992 sposa Bobby Brown, un uomo con precedenti penali, senza curarsi del disaccordo dei familiari e degli amici. Solo la nascita della figlia Bobbi nel 1993 le ridarà la voglia di continuare a vivere: negli anni 2000 si ritira dalle scene a causa del suo abuso di droghe. Per l’artista inizierà il suo declino lavorativo che la porterà alla morte in quel maledetto giorno dell’11 febbraio 2012.
Qualche anno più tardi, era il 26 luglio del 2016, muore anche la figlia Bobbi Kristina Brown dopo mesi di coma indotto, ritrovata svenuta nella vasca da bagno di casa a Roswel: una circostanza simile a quella della madre. Adesso, la giovane Bobbi, si ritrova tra le braccia di Whitney in pace e lontana dalle cattiverie del mondo.