Le frequentavano quasi tutti: uomini di destra, di centro e di sinistra, soldati, generali, studenti e professionisti e nessuno di loro era veramente contrario alla loro esistenza. Le tariffe delle prestazioni erano alquanto variabili, si partiva dalle 50 fino alle 200 lire per le fasce più alte e sempre in base naturalmente al tipo di “performance” richiesto.
C’erano diversi motivi per andare in una casa d’appuntamento: Il ragazzotto da svezzare, una delusione d’amore, la voglia di provare “numeri” particolari ed anche il piacere di non fare nulla se non scambiare quattro chiacchiere con le donnine di turno.
Così quando la legge n.75 del 20 febbraio 1958 nota come “legge Merlin”, dal nome della deputata socialista Lina Merlin, arrivò al traguardo dopo 10 anni di discussioni e polemiche, si chiuse una pagina di storia della nostra società. A quel tempo l’Italia era, insieme con la Spagna, il solo paese in Europa che regolamentava per legge la prostituzione e lo Stato percepiva una regolare tassa di esercizio da parte dei gestori delle case. Esistevano oltre 700 postriboli che impiegavano circa 3.500 prostitute ed il gettito per le casse dell’erario ammontava a circa 105 miliardi di lire all’anno.
Ma con il passare del tempo il meretricio cominciò ad essere sempre più contestato. Si tendeva a tutelare sia la dignità delle donne che anche il diritto alla salute pubblica stabilito costituzionalmente. Eppure in Italia la prostituzione era stata sempre regolamentata dallo Stato. Già nel 1432 nel Regno di Sicilia veniva rilasciata la prima reale patente per l’apertura di un lupanare pubblico mentre case di tolleranza erano presenti sia nella Serenissima repubblica di Venezia che nello Stato Pontificio.
I moderni postriboli nacquero invece in Prussia nel 1792 e si diffusero rapidamente nella Francia napoleonica dove presero il nome di “maisons”. Dopo l’Unità, nel 1860, una legge voluta da Cavour fissava i prezzi per gli incontri galanti a seconda della categoria di bordelli. Durante il fascismo intervenne il “Testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza” nel 1931 che imponeva alle meretrici la schedatura e l’obbligo di visite mediche periodiche.
In Europa le leggi che regolamentano la prostituzione sono estremamente variegate ed eterogenee. L’ordinamento giuridico rispecchia inevitabilmente la cultura di ogni singolo popolo e il grado della propria civiltà. (Grande Storia)