La tradizione ha avuto inizio all’interno della corte dell’Imperatore Li Yu, in cui una ballerina eccelleva nella danza grazie a delle bende che le tenevano i piedi ben stretti e le permettevano di eseguire in questo modo passi di danza altrimenti impossibili. L’imperatore si infatuò della giovane, diffondendo tra le donne della corte il desiderio di avere dei piedi simili ai suoi: iniziarono a legarsi i piedi sottoponendosi ad una tortura lunga anni, fino a comprometterne la forma naturale.I piedi perfetti avevano una lunghezza tra 7 e 12 centimetri, arcuati a ‘mezza luna’, sottili e morbidi. L’andatura che ne derivava era ondeggiante e molto lenta: tutto questo conferiva grazia e leggerezza alle donne. I “piedi di loto”, così venivano chiamati per sottolinearne l’eleganza, erano diventati simbolo delle prosperose facoltà economiche della famiglia di appartenenza della donna. Per poter essere deformate le ossa dovevano essere giovani e in fase di sviluppo, per questo alle bambine venivano ben presto fasciati i piedi. Nelle classi contadine l’usanza iniziava più tardi per permettere di lavorare nei campi fino a poco prima di entrare nell’età adatta allo sposalizio, intorno ai 15 anni. Per deformare le piante dei piedi erano necessari minimo 3 anni, ma per tutta la vita dovevano essere tenute in scarpe dalla forma assurda. Anche di notte dovevano essere indossate, per non regredire nella deformazione. Prima di procedere con la fasciatura, i piedi venivano lavati accuratamente e trattati con allume. Le bende usate avevano una larghezza di 5 cm ed erano lunghe 3 metri, interamente avvolte attorno alle piante. La deformazione consisteva in due aspetti: avvicinare l’alluce al tallone incurvando il piede, e portare le altre 4 dita al di sotto della pianta. Al termine della distorsione, il tallone diveniva l’unico punto di appoggio, causando un’andatura fluttuante, come i fiori di loro al vento. Nei primi anni il dolore che si prova nell’avere i piedi costretti in tal modo è lancinante : alla fine viene meno quando il nervo perde la sua sensibilità, ma quello alla schiena, all’anca e nel resto del corpo permane per l’intera vita. Gli uomini cadevano ai piedi delle donne soltanto se i loro piedi avevano una forma del genere. La loro perversione era tale che nacque la moda di far immergere un piede perfetto in una tazza di tè prima di bere. Il rituale di corteggiamento consisteva nel far cadere una fazzoletto vicino una donna, in modo da sfiorarle i piedi: se lei non si dimostrava scostante, l’uomo avrebbe proseguito con il baciarle il collo del piede. A volte le antiche usanze non portavano al progresso, anzi al regresso.
(a cura di Cicchetti Ivan)