Città del Vaticano – Papa Francesco continua a stupire per il suo messaggio di umiltà in linea con il suo nome, simbolo di rinuncia ed umiltà. Ha deciso che la residenza estiva di Castelgandolfo sia troppo grande per una persona sola…e quindi ora verrà trasformato in un museo e messo a disposizione di tutta la collettività. Un gesto importante, realista che testimonia una azione pastorale graduale e di grande spessore in linea con il suo ruolo di essere e rappresentare Cristo sulla terra. La decisione di Papa Francesco è a suo modo storica perchè conferma sia la volontà di regnare ancora a lungo del Pontefice argentino, che compirà 80 anni in dicembre e mai avrebbe scelto di rinunciare alla residenza estiva per se e i successori in un caso diverso, sia la notevole discontinuità con i pontificati precedenti. Proverbiale è stato l’amore di Paolo VI e Benedetto XVI per l’appartamento di Castelgandolfo, che Pio XII aveva messo a disposizione degli sfollati di Albano durante i bombardamenti del ’44, tanto che i circa 40 bambini nati proprio nella sua camera da letto – trasformata in quei mesi in sala parto – vengono ancora chiamati “i figli del Papa”. Si calcola che dodicimila persone che vi abbiano trovato rifugio in quel triste periodo e vi rimasero fino alla liberazione di Roma, avvenuta il 4 giugno. Il Papa piu’ castellano invece – anche se amava fare le vacanze ad Anzio – è stato Pio IX che girava a piedi nel paese e si incuriosiva di cosa stessero preparando per cena le massaie, fermandosi anche ad assaggiare dalle pentole. Nel 1870, con la fine dello Stato Pontificio, iniziò per la residenza papale di Castel Gandolfo un lungo periodo di abbandono e di oblio durato sessanta anni. Infatti, pur se la legge delle Guarentigie aveva assicurato al Palazzo di Castel Gandolfo “con tutte le sue attinenze e pertinenze” le stesse immunità del Vaticano e del Laterano, dopo la presa di Roma i Papi non uscirono più dal Vaticano. Soltanto a seguito dei Patti Lateranensi tra la Santa Sede e l’Italia (1929), che ponevano fine alla spinosa “Questione romana”, Castel Gandolfo tornò ad essere la residenza estiva dei Papi. Nel corso dei negoziati venne anche esaminata l’eventualità di destinare al soggiorno dei Pontefici la Villa Farnese di Caprarola oppure la Villa Doria Pamphilj sul Gianicolo. Ma alla fine la tradizione storica prevalse. Ora la residenza sarà annessa e gestita nel patrimonio dei Musei Vaticani.