Centinaia di persone hanno commemorato oggi in via Carini per ricordare, a distanza di trentatré anni, l’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente Domenico Russo. Presenti il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto di Palermo Francesca Cannizzo. Tra gli altri rappresentanti delle Istituzioni, oltre a quelli delle forze dell’ordine, erano presenti anche il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo e l’assessore regionale alla Formazione Mariella Maggio.
Grande assente il governatore della regione Rosario Crocetta, la cui mancata partecipazione ha innestato la piccola polemica da parte della figlia Rita, “”Crocetta assente? Ah sì, non me ne ero accorta. Come mai? Amava il generale Dalla Chiesa, Crocetta? È in vacanza? Non so, chiedo, da giornalista mi piacerebbe sapere perché qui non c’è Crocetta”. “Non so perché ma ho sempre avuto la sensazione che mio padre, amato anzi amatissimo in tutta Italia, in realtà a Palermo fosse di serie B, probabilmente perché non era siciliano”, riflette Rita Dalla Chiesa. “Però è anche vero che da quella sera è cambiato molto a Palermo”. “Quella sera non c’era nessuno” ma oggi fortunatamente Palermo è cambiata e tante le persone che dai balconi dei palazzi vicini seguono la cerimonia.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare Dalla Chiesa con queste parole: “..Il Prefetto Dalla Chiesa, con la sua inflessibile battaglia contro l’insidiosa opera di organizzazioni terroristiche e criminali e la sua azione intelligente e tenace, rappresenta particolarmente per le nuove generazioni un grande esempio.”
Tra le tante corone di fiori sotto la lapide che ricorda l’eccidio, recentemente restaurata proprio grazie alle insistenze della figlia Rita, uno cuscino di rose bianche con scritto “al nostro comandante per sempre” e deposto proprio dall’ex conduttrice di Forum, attira l’attenzione: è quello di “Capitano Ultimo”, oggi Colonnello del NOE, Nucleo Operativo dell’Arma.
(Alessandra D’Andrea)