Redazione – Un sorta di consuetudine repressiva, così gli inquirenti descrivono ciò che avveniva in uno dei tre reparti di un centro di riabilitazione situato a Grottaferrata. Per diversi mesi i ragazzi ricoverati per patologie neuropsichiatriche (cinque dei quali minorenni), sarebbero dunque stati oggetto di comportamenti violenti da parte di chi invece avrebbe dovuto assisterli. Queste le motivazioni che hanno indotto i militari ad arrestare 10 dipendenti della struttura, di cui nove ora si trovano agli arresti domiciliari. Le accuse sono gravissime, maltrattamento aggravato e sequestro di persona. Sei gli indagati. Le sevizie sono pesantissime: i maltrattamenti erano infatti sia psicologici che fisici. Spesso i giovani disabili venivano costretti a mangiare rapidamente, il che per chi è in condizioni psichiche e motorie difficili e rappresenta un grandissimo rischio di rimanere soffocati. Alcuni pazienti sono stati picchiati con il manico di una scopa, altri invece segregati e chiusi a chiave nelle loro stanze. Le principali figure coinvolte nella vicenda sono un educatore professionale e un assistente socio sanitario. Dai video a disposizione dei militari si evincono atteggiamenti particolarmente autoritari e violenti, tanto da creare un clima di terrore nei giovani ospiti. L’unico ad essere stato portato in carcere è infatti l’educatore proprio perché ritenuto responsabile del reato di sequestro di persona, per aver rinchiuso tre pazienti disabili nelle loro stanze. È frequente – come emerso dalle indagini – il ricorso da parte degli operatori a strattonate, percosse e insulti, «come illecito strumento di disciplina e vigilanza sui giovani pazienti che, peraltro, venivano costretti ad alimentarsi celermente con rischio di soffocamento, determinando la vanificazione dell’attività riabilitativa», sottolinea il Nas. Una forte presa di posizione è stata espressa dal dr. Filippo Fordellone, segretario nazionale Ugl Medici, il quale assicura tutto l’impegno del sindacato nel contrastare su tutto il territorio nazionale. “La sanità sociale, sulla quale ci stiamo impegnando – afferma in una nota – prevede anche la prevenzione e la tutela delle categorie deboli, che non devono essere abbandonate, così come le loro famiglie. Per quanti, in maniera subdola esercitano comportamenti inappropriati – conclude Fordellone – si esprime la piu’ dura condanna auspicando aspre condanne che siano da monito generale.”