Roma – E’ attesa nella giornata odierna la proclamazione della Sentenza nell’ambito del processo per l’omicidio di Sara Scazzi. Una arringa fiume quella del pomeriggio di ieri dell’avvocato Franco Coppi, un principe del Foro di Roma. La sua teoria è stata esposta con dovizia di particolari, entrando nel merito di ogni passaggio relativo a questa triste ed amara vicenda. A distanza di anni dunque ancora ci chiediamo se sia stato il personaggio Michele Misseri, accusatore prima di sua figlia poi di se stesso, o sono state Sabrina e Cosima ad uccidere Sarah Scazzi quel pomeriggio dell’agosto del 2010?. “Delle due l’una”, afferma l’avvocato Franco Coppi nell’aula della prima sezione penale della Cassazione, dalla quale questa mattina intorno alle ore 10 dovrebbe essere pronunciata la sentenza definitiva. Tutto doveva concludersi ieri, ma il dibattimento, articolato si è protratto per molte ore. La difesa delle due donne, tuttora detenute e condannate in appello a Taranto il 27 luglio 2015 all’ergastolo, ha giocato la carta del reo confesso a piede libero per smontare 6 anni di processo. Sabrina – secondo la ricostruzione dei magistrati – era in uno stato di agitazione e nervosa frustrazione, accusava Sarah di aver contribuito alla fine della storia con Ivano Russo, di aver rivelato dettagli della sua condotta sessuale gettando discredito su di lei e sulla sua famiglia. La madre solidarizza, con un atteggiamento sodalizio che supera i limiti del convenzionale. Ne nasce una discussione in cui Sarah risponde da 15enne, scappa via, ma riescono a raggiungerla per darle la lezione che merita, una lezione evidentemente assassina. Poi danno ordine a Michele Misseri di disfarsi del corpo”. Sabrina, afferma il pg, ha “il necessario cinismo”, “il tipo di azione commessa è nelle sue corde”. Quanto a Cosima, è mossa da una “partecipazione emotiva credibile alla vita della figlia”: “il movente c’è ed è addirittura più consapevole di quello di Sabrina”. Secondo la difesa delle due donne, rappresentata da Coppi e da Roberto Borgogno, ci troveremmo di fronte ad un “errore giudiziario“, come “spesso capita quando i processi si celebrano sotto gli occhi dell’opinione pubblica”. Ma, è la tesi difensiva, è stato zio Michele ad uccidere Sarah e il movente e il più banale e spregevole, quello sessuale. “Era un uomo molesto”, ha detto Coppi, in garage quel pomeriggio del 26 agosto provò a toccare la nipote, “Sarah percepisce l’atto come molestia e minaccia di rivelarlo a Sabrina. Ecco perché la prende per il collo e la strangola in due secondi”. Secondo il legale, “non è affatto vero che la prova della colpevolezza di Sabrina”, come sostenuto dall’accusa, “prescinda dalla colpevolezza di Michele Misseri. La prova della colpevolezza esclusiva di Michele Misseri è la prova dell’innocenza di Sabrina”. L’udienza, ha avuto iniziao con la lunga relazione di quasi quattro ore del giudice relatore Antonio Cairo, si protrae per ore ed ore, arrivando fino al pomeriggio con la requisitoria del pg e le arringhe di parte civile e dei difensori degli imputati. Sei in tutto; infatti oltre a Sabrina e Cosima, Michele e Carmine Misseri, sono condannati in appello per la soppressione del cadavere. E Vito Russo e Giuseppe Nigro, accusati di favoreggiamento. Per tutti la richiesta dell’accusa è di confermare le condanne. Quindi vedremo ora cosa dirà la Suprema Corte di Cassazione, anche se sembra scontata una conferma per Sabrina e Cosima. Riflettori accesi anche ad Avetrana, in Puglia dove il Misseri è letteralmente barricato in casa. Sarà sicuramente un giorno importante per questo lungo ed articolato processo, dove l’unica certezza però è la vita di una giovane ragazza, soppressa per futili motivi e che ora non c’è più.
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