Editoriale cultura – René Jules Lalique nacque il 6 aprile del 1860 ad Ay un piccolo villaggio della Marna, nella regione francese dello Champagne, figlio unico di un mercante parigino studiò disegno a Parigi con Justine Marie Lequien padre. All’età di sedici anni fu apprendista presso il gioielliere Louis Aucoc e nel 1878 si recò in Inghilterra dove per due anni frequentò il Sydenham College.
Nel 1880 fece ritorno a Parigi e l’anno successivo lavorò per il gioielliere Auguste Petit disegnando oltre ai gioielli, ventagli, tessuti e carte da pariti e collaborando con la rivista mensile “Le Bijou”, fondata nel 1874, alla quale fornì mensilmente due pagine di disegni di gioielli ad acquarello per circa un anno.
Verso il 1880 si associò con un certo signor Varenne ed i gioielli prodotti in questo periodo furono firmati “Lalique et Varenne, Rue de Vaugirard 84”. Nel 1894 espose per la prima volta da solo al Salon della Societé des Artistes Francais. Successivamente presentò le sue creazioni alle Esposizioni Universali di Parigi del 1900, Torino 1902, Berlino 1903, St. Luois 1904 e Liegi 1905.
Nella gioielleria Art Nouveau o Liberty, furono riscoperti nuovi materiali, talora poveri, validi soltanto per la lavorazione intrinseca, furono perfezionate antiche tecniche e ne vennero sperimentate di nuove.
In questo contesto, nuovo impulso ebbe la difficile arte dello smalto, già rivalutata nei decenni precedenti, si ricordi , fra gli altri, Charles Lepec, e particolarmente utilizzata dai gioiellieri Art Nouveau.
L’entusiasmo per i materiali poveri, banali, cui si è accennato in precedenza, può essere considerato secondo alcuni studiosi come una reazione alle convenzioni secolari della gioielleria, che troppo spesso indussero la borghesia del XIX secolo ad una riprovevole confusione fra qualità estetica e valore commerciale.
All”utilizzazione di materiali non sempre pregiati, seguì naturalmente, una rivalutazione dell’operato dell’artista e dell’artigianato in connessione al dibattito critico sulla vetusta distinzione tra Arti Maggiori ed Arti Minori.
La bellezza e la particolarità dei gioielli Art Nouveau furono infatti dovute soprattutto all’originalità del disegno, all’uso di particolari materiali e tecniche artistiche e talvolta, anche all’eccentricità degli stessi gioielli. Tra i nuovi materiali in uso, si ricorda che, con il 1900, si diffuse particolarmente l’utilizzo del platino, soprattutto grazie alle sue proprietà tecnologiche quali ad esempio: la leggerezza, la durezza e la resistenza.
In platino, furono quindi realizzati gioielli, dalla complessa struttura portante, decorati con eleganti motivi di origine vegetale spesso disposti simmetricamente.
Nell’analisi di queste creazioni occorre sempre tener presente il tipo di donna cui questi gioielli erano destinati, una donna leggera, misteriosa, eterea e delicata, estremamente femminile. La donna, insieme alla flora ed alla fauna, era infatti tra i motivi prediletti dagli artisti “floreali”.
A cura della Dott.ssa Lauretta Franchini