Esteri – ll Presidente degli Stati Uniti uscente, Barak Obama, ha deciso l’espulsione di 35 diplomatici della Russia presenti negli Usa e la chiusura due strutture diplomatiche di Mosca nel Maryland e a New York. Si tratta di una clamorosa decisione che segue le accuse lanciate verso la autorità di Mosca di aver organizzato, o comunque permesso, che degli hacker colpissero server americani utilizzati per le elezioni e, quindi, si sospetta favorito la vittoria di Ronald Trump. Obama ha anche deciso di applicare dei provvedimenti, per ora limitati a forme di embargo, nei confronti di cinque cittadini russi che sarebbero stati identificati quali autori materiali delle intrusioni telematiche. Ovviamente il provvedimento aggrava i rapporti tra Washington e Mosca e rischia di costituire il principale primo banco di prova del neo eletto presidente Trump quando si insedierà alla Casa Bianca nella seconda metà di gennaio. Il rischio che egli si esponga all’accusa di eliminare i provvedimenti di Obama per un suo interesse diretto sono alti. Oppure, se deciderà di mantenerne l’applicazione, al contrario, potrebbe rendere più difficile un avvicinamento a Putin, così come da lui preannunciato negli ultimi mesi, anche nel corso della campagna elettorale.