“Perchè non siamo andati verso l’abolizione del Senato?” E’ così ritornata sul tema delle riforme istituzionali il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, alla Festa dell’Unità di Prato, spiegando che “mettere in discussione il Senato delle autonomie significava mettere in discussione il regionalismo e anche l’articolo 5 della Costituzione, che basa il nostro Stato anche sulle autonomie e sugli enti locali”.
“Ecco perché – aggiunge Boschi – per noi è importante nel momento in cui riducevamo in modo abbastanza forte i poteri delle Regioni, nel momento in cui abbiamo deciso di abolire le Province, perchè terminerà la fase di superamento delle Province, quindi significa eliminare un livello di governo passando da 4 a 3 come nella maggior parte di Europa, il Senato diventa la possibilità per le Regioni di portare i propri interessi, i propri territori e di svolgere funzioni anche nuove, che il Senato attuale non ha”.
Pertanto “il nuovo Senato avrà poteri ridotti e questi possono essere interessanti, perchè avrà la possibilità di valutare, ad esempio, l’impatto delle politiche europee”.
Per quanto riguarda il referendum, Boschi sottolinea che “ci aspettano mesi di confronto vero con chi la riforma la osteggia e chi cerca di far prevalere il ‘no’ è anche di chiedere loro perchè adesso votano contro riduzione parlamentari, dei costi della politica. Bisogna sfidare nel merito, pacatamente, ma anche in modo convinto chi adesso dice ‘no’ al superamento del bicameralismo, dopo che per anni era a favore del superamento del bicameralismo, o della riduzione dei poteri delle Regioni”.