Ed ora una nuova tegola si scaglia contro l’amaro caso di Tavecchio, già costretto alle dimissioni da presidente della Fgci in seguito alla debacle della squadra nazionale, ed ora arriva la molestata di turno che anni fa racconta di essere stata oggetto di attenzioni dell’uomo. I media nazionali riportato perfino le parole che costei avrebbe dichiarato ufficialmente essendo stata oggetto di attenzioni dell’arguto dirigente sportivo nazionale. Leggiamo frasi della serie… “fammi toccare le tette”… ed altri epiteti che per dignità nostra preferiamo non riportare. Segno che siamo veramente destinati a restare a pranzo al digestivo più che alla frutta. Sarà sicuramente vero che uomini potenti e conosciuti nel mondo politico, dello spettacolo, colpiti da forme di delirium omnipotentis si cimentino nel fare proposte indecenti a collaboratrici, segretarie e gatte smorfianti che girano intorno a loro. Ma come è vero questo, parimenti è reale che vi è un esercito di donne spregiudicate che pur di far carriera passano da un letto all’altro con il doppio scopo di raggiungere obiettivi di carriera, salvo poi ricattare l’allora gaudente malcapitato. Un breve amplesso sessuale può costare molto caro ad equilibri professionali e familiari ma anche personali. Sta di fatto che in diversi casi però i casi sono veramente al contrario. Le molestatrici attuano il loro piano, e sapendo anche passare dal ruolo attivo a quello passivo. Ossia da attrici a vittime. E ciò che lascia basiti nella storia tutta italiana di un degrado sociale giunto all’inverosimile, è che determinati fatti vengano enunciati o meglio denunciati solo a distanza di anni. Basta quindi la sgualdrinella di turno a rompere uno schema, un sistema, una carriera. E se il buon vecio avrà fatto le sue avances, chi lo ha ricevuto avrà magari anche provocato con atteggiamenti e smorfie varie. Questo però non risulta agli atti. Certo è che se le collaboratrici di qualunque genere ed in qualunque contesto svolgano ruoli con professionalità, certi episodi sicuramente non si verificano a prescindere. Il malcostume dunque è tutto italiano, forse colpa della legge Merlin che anni or sono decretò la chiusura dell’unica casa che oggi non riuscirebbe a contenere un esercito di avvenenenti meretrici. Ai posteri le ardue sentenze.