Roma – Il 2 giugno, per i romani come me amanti della propria Patria, è l’omaggio al Milite Ignoto, la parata ai Fori Imperiali e la visita ai giardini del Quirinale. Una tradizione intoccabile, come il guanciale nella carbonara per intenderci.
Un evento che inizia con le prove nell’aeroporto di Guidonia, prosegue con quelle notturne ai Fori, per concludersi con le Frecce Tricolori che sorvolano Roma.
E non importa se la città è mezza paralizzata per la chiusura delle strade e le deviazioni del traffico, ‘che a questo siamo abituati. Non importa nemmeno dover fare chilometri tra buche, monnezza e gabbiani agguerriti. Non importa, infine, stare ore in piedi sotto il sole cocente, perché al primo rullo di tamburi, nell’insolito silenzio di migliaia di spettatori rotto solamente dal marciare dei nostri soldati, le note del nostro Inno nazionale, cantato a gran voce dai reparti perfettamente schierati, è un’emozione che ogni anno si rinnova. In questa edizione, il momento più intenso e toccante, è stato sicuramente quando abbiamo visto sfilare i nostri atleti paralimpici, con il Colonnello Paglia come portabandiera. Applausi scroscianti e qualche lacrima hanno accompagnato il loro avanzare indomito e fiero, segno del profondo riconoscimento che gli italiani hanno per questi uomini valorosi, che sul campo hanno riportato ferite evidenti, ma che con onore indossano una divisa come una seconda pelle.
Anche dopo dieci anni consecutivi di parate però, l’emozione più intensa per me è veder sfilare i miei “fratelli di basco”, i militari degli Squadroni Carabinieri Cacciatori, con i quali ho condiviso un percorso lavorativo pieno di soddisfazioni. Che continua oggi grazie al SIM Carabinieri e all’ufficio stampa di cui faccio parte, che mi ha dato l’opportunità di vivere la Festa della Repubblica da una postazione privilegiata, per portare il SIM Carabinieri al pari degli Stati Maggiori e raccontare a tutti, attraverso i miei occhi e le mie semplici parole, l’orgoglio di appartenere ad una Nazione e ad una Istituzione come l’Arma dei Carabinieri. Non sono mancate le prevedibili battute e frecciatine di “colleghi” con e senza stellette, scettici sul nascente sindacato militare dei carabinieri ma, proprio questo atteggiamento, rende il SIM Carabinieri ancora più determinato nel proseguire il percorso intrapreso e nell’essere vicino ai nostri militari di ogni ordine e grado.
Alessandra D’Andrea