Chi auspicava un cambio di rotta sicuramente resterà deluso a livello di politica internazionale. Angela Merkel è ancora li’, per il quarto mandato consecutivo a dettare linee strategiche, a rappresentare la sua Germania, e a proseguire la sua politica piuttosto egemone in ambito europeo. Dunque tutto cambi perchè nulla cambi. I concorrenti e gli osservatori politici contrari si consolano constatando un calo di voti, ma in politica i numeri sì sono importanti ma il fatto è che resta comunque in sella. E il calo dei voti non scalfirà la sua verve e l’esercizio di un potere consolidato e che ormai sembra sempiterno. Gli effetti per i partners europei saranno quelli di una continuità di sanzioni, e di prese di posizione energiche alle quali dovremmo ispirarci come italiani. Noi invece, per costume o forse per default siamo abituati alla politica della melina della mediazione ormai divenuta eccessiva. Certo è che la permanenza della leader tedesca fa aumentare tutto il livello di responsabilità degli italiani che saranno chiamati al voto nella adveniente primavera del 2018. Prescindendo dai partiti, dovremmo comunque scegliere un governo che abbia la capacità, la preparazione e la forza di saper stare in Europa e al passo con leader interlocutori come la Angela Merkel. Certo il piccolo Di Maio proclamato dal web non appare certo il top. Non è con la dialettica di circostanza che si fa l’Italia in Europa.