Roma. Dunque gli Italiani potranno pagare meno tasse a condizione che il Parlamento faccia le riforme. E’ questo in sostanza il regalo estivo che il premier Renzi Matteo fa ai suoi italiani. Dopo le promesse lanciate da Expo 2015, dove ieri si è tenuta l’Assembrea nazionale del Pd, lo stesso Renzi è stato travolto da una selva di critiche e prese in giro. Nemmeno i dem sembrano credergli, quando assicura che nel giro di cinque anni riuscirà a tagliare le tasse per ben 50 miliardi di euro. Silvio Berlusconi gli ha assicurato l’appoggio di Forza Italia, ma lo ha anche sfidato: “Farà davvero i tagli promessi?”. Il piano di riduzione fiscale non tiene conto del debito pubblico monstre, che proprio questa settimana ha sfondato i 2.200 miliardi di euro, e degli accordi presi a Bruxelles con i tecnici dell’Unione europea. “La possibilità di farcela è evidente dopo tanti anni di immobilismo – ha assicura Renzi ai microfoni del Tg2 – è un messaggio forte che rivolgiamo agli italiani”. “Per anni i politici hanno detto ‘vi tassiamo, vi tassiamo, vi tassiamo’ – ha continuato il premier – noi, invece, abbiamo cominciato a restituire i soldi. Abbiamo iniziato con gli 80 euro“. I soldi che la pubblica amministrazione ancora deve alle imprese, però, non sono ancora stati restituiti. E pesano per almeno 70 miliardi di euro sui conti pubblici. Non solo. Il bonus da 80 euro è costato agli italiani 10 miliardi, un quinto rispetto alla nuova crociata anti tasse del premier.“Se le riforme andranno avanti – ha assicurato – nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via buona parte dell’Ires, nel 2018 scaglioni Irpef e pensioni. Basta con l’essere il Paese dei piagnistei”. Nell’intervista al Tg2 Renzi ha assicurato che i tecnici del Mef stanno lavorando al piano di riduzione delle tasse da almeno sei mesi. Non si è, però, degnato di spiegare agli italiani dove andrà a trovare le coperture economiche: “I numeri per portare a casa questo risultato, continuando ad abbassare il debito perché altrimenti i nostri figli dovranno continuare a pagare le nostre colpe e non è giusto, ci sono a condizione che il parlamento continui a lavorare con intensità”. Sul fronte europeo, invece, il premier ha fatto sapere che si spendere per “usare meglio i soldi che ci sono” sbloccando così le opere pubbliche da costruire.