Roma. Nel mondo si riscontra una forte attenzione verso Italia, ciò è stato constatato ampiamente con l’Expo, una scommessa riuscita malgrado tante iniziali perplessità. “La percezione che si ha dell’Italia all’estero è migliore di quella che avvertiamo noi italiani». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo il suo intervento alla Società Dante Alighieri di Roma. Per Mattarella «il desiderio di Italia è nella parte alta della classifica dei desideri mondiali» e «i tempi che ci aspettano sono carichi di sfide e prospettive, il vento della globalizzazione soffia con forza crescente, e non saranno muri e barriere a fermarlo». È la prima volta che un presidente della Repubblica partecipa ad un convegno della società Dante Alighieri. Ad accoglierlo il presidente Andrea Riccardi, il prefetto Francesco Paolo Tronca, il vicesindaco Francesca Balzani e l’assessore all’Economia della Lombardia Garavaglia. Al convegno anche Gianni Letta. Un «autentico limite italiano», per Mattarella, spesso è stato il fatto che «non siamo riusciti a fare squadra presi da divisioni non di rado artificiose». «A volte abbiamo sprecato, deturpato i doni» che abbiamo ricevuto. Ma «il genio italico ha saputo crescere ed affermarsi anche in tempi di sofferenza e difficoltà, e questo deve essere motivo di orgoglio e insegnamento». Affrontando il tema principale del congresso, Mattarella ha dichiarato: «Credo che dovremmo essere più impegnati nel promuovere e assicurare la conoscenza della nostra lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese, ma anche nei Paesi più vicini, in particolare nei Balcani e nella sponda Sud del Mediterraneo, dove l’insegnamento dell’italiano può diventare strumento di pace, amicizia e collaborazione». Il capo dello Stato ha ricordato che l’Italia è passata «da Paese di emigrazione, a Paese di transito» ed immigrazione. E l’italiano può essere un «veicolo di integrazione tra i cittadini e le comunità di immigrati che si sono insediate nei nostri territori». La conoscenza, infatti, «abbatte i muri, previene la formazione di ghetti culturali e linguistici». Inoltre, per Mattarella, «il confronto con le risorse impiegate da altri Paesi europei per promuovere la propria lingua fa capire quanto sarebbe necessario un impegno finanziario maggiore da parte dello Stato. Ma non è solo questione di fondi – ha aggiunto Mattarella – servono idee, entusiasmo proposte».