Redazione – Abbiamo visto la diffusione, addirittura con eco della TV di Stato, di manifesti anonimi contro Papa Francesco. Una volta tutto ciò che non era firmato non riceveva alcuna importanza, oggi avviene l’esatto contrario. Chiunque, per vari motivi, può calunniare e infamare l’altro, appenderlo al muro o sul web pronunciando qualsiasi menzogna, e sa che sicuramente avrà un effetto esplosivo sui media.
Per Papa Francesco non è solo terminata la “luna di miele” del suo pontificato ma è iniziata ormai da tempo una nuova campagna diffamatoria. Siamo passati da un certo scontento dei farisei di turno al desiderio di vendetta di quanti si sono sentiti ingiustamente puniti. Il Santo Padre è assediato sia dentro la Chiesa da tanti, troppi sedicenti cattolici, sia dagli avvoltoi esterni che godono nel vedere l’odio e l’inimicizia di coloro che al Pontefice dovrebbero obbedire e seguirne gli insegnamenti. Papa Bergoglio viene contestato per alcuni suoi provvedimenti amplificati dai mezzi di informazione, mentre si sminuiscono i suoi straordinari gesti di amore e tenerezza per i più deboli. Eppure il suo papato sarà ricordato proprio per questa grande testimonianza.
Ciò che per un cattolico dovrebbe essere scontato, ovvero considerare il Papa come la figura più alta da stimare, amare e seguire fedelmente, vederlo come “il dolce Cristo in terra” per usare una felice espressione di Santa Caterina da Siena, oggi sembra diventato qualcosa di cui vergognarsi, quasi “politicamente scorretto”. Si è perso il senso della filiazione al Santo Padre.
Ora ci imbattiamo in persone accanite nel rigettare le disposizioni del Papa sulla sua apertura verso le coppie divorziate. Prima, la Chiesa era definita bigotta, fuori dai tempi, quasi disumana… Oggi invece viene condannata per la sua elasticità nel primato dell’accoglienza, della relazione verso chiunque. Papa Francesco mi ricorda don Benzi che era un martire della Misericordia di Dio. Quante volte anche don Oreste veniva attaccato ingiustamente! Ciò nonostante lo vedevo incassare i colpi, sospirare, soffrire in silenzio e poi rispondere: “tutto è grazia”. Sì, ne sono convinto, tutto rientra nella volontà di Dio e quindi anche subire malignità può diventare un dono. In fondo noi seguiamo un Dio crocifisso… ma non appeso a un muro.
Mario Innocenzi
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