L’immortalità delle canzoni dietro il mito dei Led Zeppelin
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
“Stairway to heaven”, la scala per il cielo o per gli inferi delle tenebre. Celebre canzone scritta e cantata dal gruppo britannico Led Zeppelin, inserita nel quarto album della band: Led Zeppelin IV del 1971.
« L’idea di Stairway to Heaven era quella di avere un pezzo di musica, una canzone che si sarebbe dovuta sviluppare su più strati e dovesse andare a coinvolgere diversi stati d’animo. Tutta l’intensità e la finezza dovevano servire per dare spinta al brano sotto ogni punto di vista, sia quello emozionale che musicale. Per questo la canzone continua ad aprire e ad esplorare un certo tipo di schemi. »
Il disco, riprodotto al contrario, racchiuderebbe un inno infernale con allusioni al bifrontismo con parole rovesciate intenzionalmente, inviti al suicidio o all’uso delle droghe: “Perché come sai a volte le parole hanno un doppio significato”. Il brano fu accusato di satanismo per un presunto contenuto di messaggi subliminali con riferimenti a Satana, quasi una chiamata alle armi per un nuovo credo religioso caratterizzato da un forte nichilismo.
I Led Zeppelin furono i pionieri dell’hard rock, una fusione tra il rock & roll e il blues rock, le cui radici del gruppo vedranno la luce nel 1968, band formato dalla voce armonica di Robert Plant, dal chitarrista di Jimmy Page, dal bassista e tastierista John Paul e dal batterista John Bonham.
Con le loro idee moderne e inedite, contribuiranno all’evoluzione della musica rock attingendo dal repertorio blues e rock blues degli anni 50 e 60, con un sound completamente rivoluzionario, anticipando il nuovo decennio 70 che era già alle porte, influenzando molti gruppi rock del loro tempo e degli anni avvenire, imponendosi sul mercato internazionale, come quello americano, celebrando l’immortalità dietro il mito dei Led Zeppelin.