Roma – Promuovere un nuovo modello industriale per il Lazio, costruito su reti di impresa, trasferimento del sapere dai centri di ricerca alle imprese, radicamento sul territorio, posizionamento internazionale delle produzioni, valorizzazione della creatività e sostenibilità ambientale.
Tra questi obiettivi concreti c’è anche la Metro C di Roma, che ha bisogno di investimenti, perché “non ci si può fermare al Colosseo”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti nel corso del suo intervento agli Stati Generali dell’industria, a Roma. Si tratta di una tre giorni di confronto sulla strategia di reindustrializzazione e di rilancio economico e produttivo del territorio. Insieme a Zingaretti erano presenti anche il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.
“Abbiamo tra i nostri obiettivi – afferma Zingaretti – quello di presentare tra qualche settimana un grande piano regionale e nazionale di investimenti sulle infrastrutture della logistica. Ciò vorrà dire chiudere la cintura dell’anello ferroviario, investire sulla Metro C a Roma perché non ci si può fermare al Colosseo, le ferrovie regionali che debbono avere lo stesso rango dell’alta velocità ed è possibile in pochi anni costruire questa prospettiva”.
Impresa: Lazio si reinventa, al via Stati Generali industria
L’obiettivo di questi Stati Generali dell’industria è quello di puntare sulla crescita e lo sviluppo del Lazio. “E’ un segnale di incoraggiamento sulla crescita e lo sviluppo. Noi siamo la seconda Regione per Pil, quella dell’attesa non è la condizione giusta. Se siamo qui è perche siamo convinti che sia giunto il tempo dello sviluppo e del lavoro”, ha detto Zingaretti.
“Lo siamo per due motivi – aggiunge Zingaretti – il primo è che abbiamo lavorato per promuovere un gigantesco risanamento per rimuovere gli ostacoli. Abbiamo lavorato su un concetto semplice: no allo Stato come bad company irriformabile. Secondo: siamo una regione leader in Europa, ma abbiamo grandi pilastri che non si parlano: la rete della conoscenza e dell’università, le risorse della bellezza e quella del capitale umano perché siamo un’area a forte metropolizzazione, che è una delle condizioni per lo sviluppo. Ciò fa sì che il Lazio possa essere una delle regioni leader della ripresa italiana. Come? In primo luogo – afferma Zingaretti – nel rapporto con l’Europa?, poi ripensando le politiche del lavoro e dello sviluppo, con la sburocratizzazione e con un rapporto più chiaro con la pubblica amministrazione”.
La tre giorni (3000 accreditati), è stata organizzata col supporto di LazioInnova e a cui partecipano anche gli assessori regionali Guido Fabiani (Sviluppo economico) e Lucia Valente (Lavoro).
Si lavora a realizzare “un’efficace integrazione con le politiche europee e nazionali, una forte interazione tra i fondi europei ed è il frutto di un grande sforzo di condivisione con tutti gli attori del territorio”.
La Regione metterà a disposizione, a partire dall’estate 2016, 150 milioni di euro di fondi europei Por-Fesr 2014-2020. Una misura alla quale se ne aggiungeranno altre specificamente dedicate; queste, in sintesi: 100 milioni per la crescita dimensionale delle imprese; 3 milioni per valorizzazione dei siti industriali dismessi; 28 milioni per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (Apea) e le infrastrutture per le aree produttive; 30 milioni per l’Internazionalizzazione del sistema produttivo; 20 milioni per la nascita di imprese innovative e il sostegno alla trasformazione delle idee creative in progetti d’impresa (pre-seed); 7,5 milioni per l’indotto Fca e per l’indotto Alitalia. Proseguiranno, inoltre, le politiche di raccordo e collaborazione con il Governo, in parte già in fase avanzata, in parte in cantiere (contratti di sviluppo, accordi di programma di Rieti e Frosinone-Anagni, programma multiregionale nell’ambito della Space Economy, Zone Economiche Speciali).
Zingaretti quindi è poi intervenuto anche sul “disavanzo ‘vero’ della sanità regionale, che è di 80 milioni di euro: “a questi vanno aggiunte le quote per pagare i debiti del passato, circa 120-130 milioni di euro. Quindi stiamo provando a chiudere il 2015 con un risultato positivo rispetto al 2014. In ogni caso la cosa molto importante è che il sistema è ormai sotto controllo”.