Firmato un protocollo d’intesa “Euregio” tra gli assessori al lavoro di Tirolo, Provincia di Bolzano e Provincia di Trento che prevede un’ampia collaborazione nel settore del lavoro.
Si intende così affrontare insieme le sfide poste dal mercato del lavoro. Quindi il documento strategico definisce le proposte operative per raggiungere l’obiettivo “attraverso una maggiore cooperazione nell’ambito della formazione duale. Oltre a ciò vogliamo migliorare e facilitare l’accesso ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo per le misure di carattere occupazionale“.
La collaborazione transfrontaliera dovrà trovare, secondo l’assessore trentino al lavoro Alessandro Olivi, un ulteriore incremento di cooperazione anche per quanto riguarda i fondi strutturali europei: “Le politiche del lavoro sono interdisciplinari ed i nostri giovani sono attrezzati per essere dei lavoratori ‘mobili’. Un mercato del lavoro dell’Euregio è una priorità, per contaminarsi e riuscire a sperimentare servizi comuni”.
Attualmente in Tirolo c’è bisogno di ottomila lavoratori qualificati, soprattutto nei settori tecnici, nei servizi di cura, nel turismo e nell’edilizia. Nel 2030 il fabbisogno salirà a ben 40mila lavoratori. In Alto Adige vivono attualmente 100mila persone con più di 60 anni, nel 2030 saranno oltre 140mila. “Le nostre economie sono sempre più omogenee – spiega Olivi– e le politiche del lavoro non sono più di segmento, ma interdisciplinari”.
I cinque ambiti di collaborazione saranno l’alternanza scuola-lavoro, il monitoraggio dei fabbisogni di forza lavoro, una borsa del lavoro euroregionale, cooperazione sulla gestione del Fondo sociale europeo, il cambiamento demografico.
“I nostri giovani – aggiunge Olivi – sono attrezzati per essere lavoratori mobili e quello di una sperimentazione di servizi comuni a livello Euregio è uno degli investimenti più importanti che si possano fare. Incrociando informazioni e servizi pubblici si riesce a creare un sistema nel quale un giovane possa capire le opportunità che ci sono, conoscendo le offerte”.
Allo studio ci sarà quindi anche un approfondimento sulle normative relative alla mobilità dei lavoratori per il riconoscimento dei percorsi formativi.
“Il tema del lavoro nell’Euregio è legato anche al tema del trilinguismo, che aiuta nell’ampliare il campo delle possibili ricerche di lavoro”.
Altro punto d’intesa riguarda una borsa comune delle opportunità di lavoro dell’area alpina, sull’esempio di quella che è stata Eures Transtyrolia (fra Tirolo, Sudtirolo e Grigioni).
Assieme si cercherà di limitare l’estrema complicazione burocratica del programma, mettendo assieme esperienze e buone pratiche in vista del lancio della nuova programmazione Fse. Si metteranno in campo partenariati di qualità per insegnanti, lavoratori, disoccupati. In Tirolo si gestiscono 8,7milioni di euro di fondi Fse, con quattro programmi. C’è un progetto di formazione anche per 45 profughi under 25, con corsi che vogliono portare ad un progressivo ingresso nel mondo del lavoro soprattutto nei settori nei quali è maggiore il fabbisogno.
Fra gli altri progetti tirolesi c’è la possibilità di apprendistato assieme alla maturità e dopo la maturità scolastica.
Altra sfida più complessa ed ambiziosa, quella che nel flusso informativo quotidiano attiene alle questioni relative all’immigrazione ed alla bassa natalità. Martha Stocker ricorda come in Alto Adige negli anni Sessanta erano 9mila le nascite annue, mentre oggi sono 5mila. Cambiamenti che ci faranno interrogare molto sul come lavorare e quanto lavora