I magistrati onorari si sono astenuti aderendo alla contestazione di Roma
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
“Non meno di mezzo milione di processi resteranno al palo”. Come risposta alla riforma della giustizia del Ministro Andrea Orlando, dal 21 novembre, da Roma, per la durata di cinque giorni, è stato indetto uno sciopero dalla magistratura onoraria con lo scopo di paralizzare, volutamente, i tribunali monocratici e i processi davanti ai giudici di pace. La richiesta, da parte dell’Unione Nazionale dei Giudici di Pace, è quella di garantire l’indipendenza di oltre 5000 mila giudici di pace e magistrati onorari di tribunale e procure che trattano il 60% del contenzioso civile e penale. Il giudice di Pace, o anche GdP, la cui nomina è bloccata da 10 anni, dal 1991 ha competenze in materia civile e penale, con un compenso adeguato allo svolgimento della sua funzione. Mentre il Giudice Onorario di Tribunale ha autorità in materie civili e penali, nei casi in cui la preparazione è monocratica, tranne per i reati per i quali è prevista l’udienza preliminare.
Il Governo, al momento, sta agendo liberamente senza ascoltare la controparte, fronteggiando l’emergenza giustizia sottraendosi all’invito della Comunità Internazionale a modificare il sistema giudiziario italiano. La protesta, contro la riforma, include anche la “legge delega” che, assegna nuove competenze funzionali ai magistrati onorari, escludendo intenzionalmente, l’emissione dei decreti applicativi e il reperimento dei mezzi per la copertura dei pertinenti compensi, con l’intenzione di negare l’erogazione delle beffarde indennità previste dalla legislazione vigente.
“I sottoscritti giudici onorari dottori Marino Reda e Maria Barbara Cerminara, rispettivamente Coordinatore e Vice Coordinatore Regionale Fermot, nonché quest’ultima quale membro del Consiglio Giudiziario del distretto di Corte d’Appello di Catanzaro, trasmettono per opportuna conoscenza e rispetto reciproco delle funzioni in senso di Giustizia, l’elenco non completo dei magistrati onorari aderenti all’estensione dalle udienze proclamate dalle associazioni dei giudici di pace e dei Got e Vpo, Unagipa, Angdp, Udgdp, Federmont”. Allo sciopero ha aderito anche la dottoressa Annalisa Martire, magistrato onorario, facendo slittare la sezione collegiale.
E, con un comportamento irragionevole nei confronti dei giudici onorari, si mette in evidenza la complessità e il mancato pagamento di numerosi provvedimenti scritti fuori udienza, come sentenze, istruttorie, decreti di ammissione, ordinanze, liquidazione di gratuito patrocinio e di compensi a CTU, e altro ancora, negandone il diritto in risposta a un abuso legalizzato, commettendo una disparità di trattamento con i collegi giudici di pace, sebbene la “legge delega” di riforma della magistratura onoraria li chiami entrambi Gope e li unisca quanto a disciplina giuridica ed economica. Inevitabilmente, questo comportamento poco trasparente per tutti i magistrati onorari, condannerà lo Stato Italiano per violazione dei diritti, nell’incarico di funzionari dello Stato.
“I giudici onorari sono trattati come manovalanza a buon mercato, e non necessitano di essere regolamentati, nonostante siano dipendenti pubblici che mandano avanti uno dei poteri dello Stato. Non alcun diritto e non possono pretendere nulla”.