Redazione-Servizi inefficienti, spesso e volentieri nemmeno espressamente richiesti, e pressione fiscale insostenibile. Questo è senz’altro uno dei disagi di cui più si lamentano i contribuenti italiani: pagare forzatamente per dei servizi che si rivelano scarsamente produttivi e che spesso portano a dover usufruire delle prestazioni erogate da privati per sopperire alle carenze del pubblico. Come rimediare a questo problema? E’ stata recentemente depositata in Parlamento una proposta di legge, presentata dal deputato e presidente del Gruppo Misto, Pino Pisicchio. La pdl è composta da un unico articolo e propone la creazione di un meccanismo di valutazione per tutti i pubblici servizi – dalla scuola alla sanità, passando per i trasporti e la giustizia – che possa definire i livelli minimi di prestazione, ovvero accettabili, per il loro funzionamento. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi individuati dalla Legge delega, al cittadino verrebbe rimborsata una quota proporzionale del prezzo pagato per usufruire di quel servizio rivelatosi successivamente scadente, erogata attraverso l’applicazione di sconti fiscali e riduzioni d’imposta.
Secondo quanto previsto dalla proposta dell’Onorevole Pisicchio, sarà compito del Governo individuare quelli che saranno i criteri per la costituzione di questo indice di rating, criteri che dovranno essere “non soggettivi e non opinabili” e fornire al cittadino lo strumento grazie al quale potrà far scattare il risarcimento proporzionale nel caso in cui la prestazione di cui ha usufruito fosse al di sotto dello standard individuato. Non solo: la proposta di legge di Pisicchio prevede anche che vengano applicate delle sanzioni nei confronti di quegli enti pubblici che si rifiuteranno di applicare la riduzione fiscale nei confronti del cittadino. Si legge, nella proposta Pisicchio:
Il Governo è delegato ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per l’istituzione di un sistema di valutazione della qualità dei servizi pubblici, secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi:
- a) riconoscimento di un livello minimo di funzionamento per ogni tipologia di servizio pubblico;
- b) istituzione di una commissione che individua i livelli minimi di cui alla lettera a);
- c) definizione, da parte della commissione di cui alla lettera b), per ogni tipologia di servizio pubblico del periodo massimo di mancato rispetto del livello minimo di cui alla lettera a) dopo il quale sono previsti sgravi fiscali o meccanismi di riduzione delle tasse in favore dei cittadini;
- d) individuazione, da parte della commissione di cui alla lettera b), per ogni tipologia di servizio pubblico, degli sgravi fiscali o dei meccanismi di riduzione delle tasse di cui alla lettera c);
- e) previsione di sanzioni per gli enti locali che non procedono agli sgravi fiscali o alla riduzione delle tasse ai sensi del presente comma per i cittadini, a seguito dello sforamento della soglia minima dei servizi pubblici.
In un certo senso, se la proposta dovesse essere accolta dal’Esecutivo, questo nuovo indice di rating per la qualità dei servizi pubblici andrebbe a sostituire il “barometro della qualità” istituito dalla riforma della Pubblica Amministrazione targata Brunetta, simile negli intenti, ma privo di quel meccanismo di risarcimento proposto dalla Pdl di Pisicchio.