Approvare la riforma dell’Iva, delle pensioni, del codice di procedura civile, l’indipendenza dell’istituto di statistica, la creazione di un istituito per controllare i bilanci e la trasposizione delle direttiva sul salvataggio delle banche. Queste le richieste dell’Eurogruppo alla Grecia passate ora sul tavolo dei 19 capi di Stato e di governo dell’Eurozona. Richieste durissime, da iniziare ad attuare entro mercoledì, almeno per quanto riguarda Iva e pensioni. Sul tavolo c’è anche la richiesta di «normalizzare completamente il metodo di lavoro con le istituzioni, compreso il necessario lavoro sul campo ad Atene»: insomma il ritorno dei tecnici della Troika in Grecia. Escluso invece un taglio del debito, a meno che Atene accetti una Grexit a tempo in cambio. Il terzo programma di salvataggio della Grecia ammonta a oltre 80 miliardi di euro, 7 dei quali necessari entro il 20 luglio. «Ci sono ancora alcuni grandi temi da affrontare», ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Tra queste, una frase voluta dalla Germania, lasciata però tra parentesi, che evoca la possibilità di una «Grexit» temporanea, «nel caso in cui non si raggiunga un accordo». Un’altra questione aperta è quella sul debito, cioè su che tipo di intervento prevedere. Nessun taglio del debito può essere intrapreso.
Nella bozza si legge inoltre: «Asset greci per un valore di 50 miliardi di euro saranno trasferiti a un fondo esterno e indipendente come l’Istituzione per la crescita di Lussemburgo, per essere privatizzati nel tempo e ridurre il debito. Tale fondo sarà gestito dalle autorità greche sotto la supervisione delle istituzioni europee». Infine, l’Eurogruppo ha chiesto il ritorno della Troika ad Atene «per migliorare il monitoraggio e l’attuazione delle riforme». A inizio giornata, il premier greco Alexis Tsipras si era mostrato ottimista: «Possiamo raggiungere un accordo oggi se tutte le parti lo vogliono». Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel era stata chiarissima: «Non ci sarà un accordo a tutti i costi. So che i nervi sono tesi ma dobbiamo essere sicuri che i vantaggi superino gli svantaggi, per il futuro sia della Grecia che dell’Eurozona». Parole a cui ha fatto eco il premier di Malta, Joseph Muscat: «Dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere la Grecia nella zona euro ma questo non può avvenire a ogni costo».