La granita messinese ha origini arabe
di Antonio Agosta (Redazione di Sicilia)
Il consiglio comunale messinese, lo scorso 9 marzo, ha approvato il marchio tutelato della granita messinese, legata alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio peloritano. “Altrove in Sicilia è solo ghiaccio aromatizzato”, screditando la vera bontà catanese e quella palermitana.
A Messina si mangia la “mezza con panna”, quasi un’arte da mangiare, servita dentro un bicchiere di vetro e accompagnata da una “brioscia” calda, termine locale siciliano, da intingere a pieno gusto. Inizialmente nasce sui monti Nebrodi e sull’Etna, come bevanda ottenuta dalla raccolta di neve grattata e irrorata con essenze di frutta, solo poi fu rielaborata fino a farla diventare una dolcezza fredda da servire nei bar vicino allo stretto. Il caffè viene preparato con la caffettiera napoletana, quasi incongruente, e non deve essere né troppo dolce né troppo amaro, semmai lasciare inalterato il colore e il sapore di un espresso.
“Ho assaggiato la granita in altri posti in Sicilia, ma spesso si tratta solo di ghiaccio. Niente a che vedere con quella messinese.”. Parole di Filippo Denaro, gestore dell’antica pasticceria Irrera.
È cosa risaputa che tra le tre città più importanti dell’isola, come Catania, Palermo e Messina, c’è sempre stata tra loro una forma di rivalità gastronomica fatta di gioie e delizie, e dalle raffinatezze che appagano il gusto e scaldano il cuore. Dal dolce al salato.
“Arancino o Arancina?” questo è il dilemma. Tutti sono a conoscenza dell’eterna lotta tra Palermo e Catania per il nome da assegnare al prodotto per eccellenza della cucina sicula. Palla di riso al dente dalla forma tonda o conica ripiena al ragù. A tal proposito si è scomodata anche “L’Accademia della Crusca”, dando per vincitore il termine arancino, le cui radici le ritroviamo nel dizionario siciliano-italiano del 1857, risalente all’era borbonica. Però, tuttavia, per non creare altre lotte culinarie tra le due città in eterno conflitto calcistico, sono state considerate valide entrambe le due forme.