Roma – Settantuno anni fa gli italiani, come oggi votarono per scegliere tra repubblica e monarchia. I risultati ufficiali furono resi noti il 18 giugno 1946, e fu quel giorno che la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana: 12.718.641 italiani avevano votato a favore della repubblica, 10.718.502 a favore della monarchia e 1.498.136 avevano votato scheda bianca o nulla. Da lì ebbe inizio la nuova storia di una Italia Repubblicana che ha visto il suo percorso in crescita, proiettata verso il boom economico in cui le industrie crescevano, non mancava il lavoro ed il benessere sociale. Non sempre la Festa della Repubblica è stata celebrata il 2 giugno: per diversi anni, e per ragioni economiche, la festa fu fatta cadere la prima domenica di giugno. La prima celebrazione risale al 1948 e si fissò ogni anno il 2 giugno fino al 1977. Nel 1977, a causa della crisi economica, per non perdere un giorno lavorativo, si decise che da quel momento in poi la Festa della Repubblica sarebbe stata ricordata la prima domenica di giugno. Nell’anno precedente, il 1976, la parata militare era stata annullata a causa del del terremoto del Friuli Venezia Giulia. Nel 2000 il secondo governo Amato ristabilì la data del 2 giugno, insieme alle celebrazioni. ll cerimoniale ufficiale della Festa della Repubblica prevede che il Presidente della Repubblica deponga una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto, all’Altare della Patria che si trova a Roma in piazza Venezia. Lungo i Fori Imperiali a Roma si svolge poi la sfilata delle forze armate. Oltre all’Esercito Italiano, alla Marina Militare, all’Aeronautica Militare e ai Carabinieri, alla parata partecipano anche la Guardia di Finanza, la Polizia, i Vigili del Fuoco, la Guardia Forestale, la Croce Rossa Italiana e alcuni corpi della polizia municipale di Roma e della protezione civile.
(Nella foto a corredo, la cerimonia del 2 Giugno celebrata a Brasilia poche ore fa)
APPROFONDIMENTO: Questo 2 giugno 2017 ha una importanza particolare nella storia, perchè vede l’accelerazione di alcuni processi politici che sono in atto, e che sicuramente porteranno gli elettori ad esprimere il voto anticipato già in settembre. L’Italia è sicuramente malata, ed ha bisogno di una terapia efficace che solo gli statisti di un tempo potrebbero somministrare. Ma non bisogna sempre prendersela con le classi dirigenti, le quali rispecchiano lo stesso popolo che le mette al governo. Ecco la differenza con il voto di un tempo, epoche in cui la conquista del diritto ad esprimere preferenze politiche venne esteso alle donne dopo anni di diniego. Ed ecco che le donne, un tempo bandite dalla politica ne sono diventate protagoniste in assoluto. Il problema non sta nel sesso di chi governa, ma in chi sceglie da chi essere governati. Gli italiani, a differenza di allora oggi votano con estrema leggerezza, dimenticando nel momento del segno di croce all’interno dell’urna quale sia il vero bene per il nostro paese Italia. E quindi inutile poi lamentarsi, il popolo è vittima di se stesso e delle sue scelte scellerate, che ultimamente con l’avvento di movimenti sporadici senza alcuna “liturgia garantista” della politica, creano un rischio implosione veramente catastrofico. Ora l’asse Renzi-Berlusconi, dettato sicuramente dal dover/poter scongiurare il contagio di una malattia che inesorabilmente avanza, cercherà di curare il sistema Italia, la cui diagnosi è chiara ed inequivocabile. E Viva L’Italia.
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Daniele Imperiale
Le nuove frontiere della comunicazione
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