Jacqueline Bouvier, il mito inconfondibile di una donna elegante e sofisticata, sposa di John F. kennedy, ha segnato l’epoca più importante e la più difficile, per gli Stati Uniti d’America, dopo l’omicidio del presidente.
Oggi avrebbe compiuto 86 anni, una vita vissuta in silenzio e nella crescita dei tre figli, accettando i tradimenti del marito per l’amore di un Paese in crescita economicamente e che voleva dimenticare gli anni bui del secondo conflitto mondiale e l’inizio della Guerra Fredda con l’Unione Sovietica.
La vita della First lady, Jackie, come veniva chiamata simpaticamente dai giornalisti della carta stampata, non fu per nulla felice, non era quella favola dove i protagonisti vissero felici e contenti, vivendo come una regina dentro un Palazzo di sabbia disciolto nel tempo.
L’assassinio del marito, avvenuto il 22 novembre del 1963 a Dallas, segneranno la storia americana politica, oltre a quella sua personale, ritrovandosi vedova in giovane età e con tre figli da crescere, a seguire un feretro con dignità e coraggio con i figli accanto, suscitando un’ammirazione senza eguali di un Paese in lutto.
Jacqueline lascerà gli States per sposare il milionario Aristotele Onassis, armatore greco, scatenando polemiche per un matrimonio che non fu per amore, forse solo per convenienza.
Nel 1975, vedova del secondo marito, ritorna in America per dedicarsi al suo primo amore, il giornalismo e la crescita dei figli.
All’età di 64 anni, era il 22 maggio del 1994, Jackie muore nel suo appartamento di Fifth Avenue per un tumore nel tessuto linfatico, lasciando intramontabile la leggenda indiscussa dell’icona di uno stile ammirato da tutte le donne. Con lei nasce lo stile “Jackie”.
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