Tra il 2001 e il 2015 la percentuale di fumatori scende da 23,7% a 19,6%. L’Istat ha diffuso i dati relativi alle abitudini al fumo e al consumo di alcol in particolare attraverso l’Indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”.
“Nel 2015, il 19,6% della popolazione di 14 anni e più dichiara di essere fumatore (circa 10 milioni 300 mila persone), il 22,8% di aver fumato in passato e il 56,3% di non aver mai fumato”. Mentre il consumo di alcol è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est (69,1%) e tra i maschi (79,4%).
Nel 2015, la più alta prevalenza di fumatori si rileva nella regione Campania (22,2% della popolazione di 14 anni ed oltre), seguita dalla Liguria (21,4%), la più bassa nella Provincia Autonoma di Trento (14,0%), seguita dalla Puglia (17,0%). Il livello maggiore di consumo si osserva nel Sud e nelle Isole, dove è più alto il numero di sigarette fumate in media al giorno (12,5) e la quota di fumatori forti (rispettivamente 5,4% e 4,5%); il livello più basso invece si registra nel Nord-est (10,7 sigarette in media al giorno e 2,9% di fumatori forti).
Nel 2015, la più alta prevalenza di fumatori si rileva nella regione Campania (22,2% della popolazione di 14 anni ed oltre), seguita dalla Liguria (21,4%), la più bassa nella Provincia Autonoma di Trento (14,0%), seguita dalla Puglia (17,0%). Il livello maggiore di consumo si osserva nel Sud e nelle Isole, dove è più alto il numero di sigarette fumate in media al giorno (12,5) e la quota di fumatori forti (rispettivamente 5,4% e 4,5%); il livello più basso invece si registra nel Nord-est (10,7 sigarette in media al giorno e 2,9% di fumatori forti).
Secondo l’Istat sono molte le differenze di genere: dichiara di fumare il 15,0% di donne di 14 anni e più contro il 24,6% degli uomini della stessa età.
Per gli uomini – precisa l’Istat -, che nel 2001 partivano da livelli più elevati, il calo è di 6,4 punti percentuali (da 31,0% a 24,6%) mentre per le donne è di quasi 2 punti percentuali (da 16,9% a 15%).
Quindi il differenziale tra uomini e donne si riduce quindi da 14,1 a 9,6 punti percentuali.
La quota più elevata di fumatori si ha nella fascia di età 25-34 anni (33,0%), quella di fumatrici nella classe di età 55-59 anni (20,8%).
I rischi più gravi per la salute provengono da “fumo, obesità, alcol e sedentarietà”.
Tra il 2003 e il 2015 la percentuale di consumatori giornalieri di bevande alcoliche scende da 31,1% a 22,2%. Aumenta, invece, la quota di quanti consumano alcol occasionalmente (da 37,7% a 42,3%) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (da 24,8% a 27,9%).
Le ubriacature raggiungono già tra i 16-17enni livelli pari a quelli medi della popolazione (7,1%). Dal punto di vista territoriale i comportamenti di consumo non moderati sono maggiormente diffusi nel Nord-est e nel Nord-ovest, mentre si riducono al Sud.
Il 15,7% della popolazione ha comportamenti di consumo di alcol che eccedono le raccomandazioni per non incorrere in problemi di salute. Questi comportamenti si osservano più frequentemente tra gli ultrasessantacinquenni (il 36,4% degli uomini e il 9,0% delle donne), tra i giovani 18-24enni (23,1% e 9,1%) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (22,4% e 15,6%).
La sedentarietà cresce con l’età: dai 65 anni quasi la metà della popolazione si dichiara sedentaria.
L’eccesso di peso nel 2015 interessa una quota di persone superiore al 50% nel Sud del Paese (38,6% in sovrappeso e 11,8% obese) contro il 41,0% del Nord-ovest e il 43,7% del Nord Est. Prevalenze particolarmente elevate si osservano in Molise (52,6%), Campania (51%), Puglia (50,9) e Basilicata (50,5%).
Il sovrappeso e l’obesità tra i minori aumentano significativamente passando dal Nord al Sud del Paese (19,7% Nord-ovest; 22,5% Nord-est; 23,8% Centro; 33,0% Sud; 24,8% Isole), con percentuali particolarmente elevate in Campania (36,1%), Molise (31,9%), Puglia (31,4%), Basilicata (30,3%) e Calabria (30%).
Per la sedentarietà emergono diufferenze Nord-Sud, che, afferma l’Istat, “probabilmente, riflette una diversa disponibilità di strutture organizzate per praticare attività sportiva”.
Nella maggior parte delle regioni meridionali e insulari più della metà della popolazione non pratica sport né attività fisica, fatta eccezione per la Sardegna dove la percentuale di sedentari si attesta al 36,3%. Le percentuali più elevate si rilevano in Sicilia (57,3%), Campania (57,2%), Calabria (56,7%), Molise (55,1%), Basilicata (51,7%) e Puglia (51,1%).
I comportamenti a rischio per la salute spesso si trasmettono dai genitori ai figli: fuma il 30,2% dei giovani fino a 24 anni che vivono con genitori fumatori (solo l’11,9% se nessun genitore fuma); il 48,4% dei giovani è sedentario se lo sono anche i genitori (7,7% se i genitori non lo sono). Simili riscontri si hanno anche per l’eccesso di peso e il consumo non moderato di alcol.
I rischi più gravi per la salute provengono da “fumo, obesità, alcol e sedentarietà”.
Tra il 2003 e il 2015 la percentuale di consumatori giornalieri di bevande alcoliche scende da 31,1% a 22,2%. Aumenta, invece, la quota di quanti consumano alcol occasionalmente (da 37,7% a 42,3%) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (da 24,8% a 27,9%).
Le ubriacature raggiungono già tra i 16-17enni livelli pari a quelli medi della popolazione (7,1%). Dal punto di vista territoriale i comportamenti di consumo non moderati sono maggiormente diffusi nel Nord-est e nel Nord-ovest, mentre si riducono al Sud.
Il 15,7% della popolazione ha comportamenti di consumo di alcol che eccedono le raccomandazioni per non incorrere in problemi di salute. Questi comportamenti si osservano più frequentemente tra gli ultrasessantacinquenni (il 36,4% degli uomini e il 9,0% delle donne), tra i giovani 18-24enni (23,1% e 9,1%) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (22,4% e 15,6%).
La sedentarietà cresce con l’età: dai 65 anni quasi la metà della popolazione si dichiara sedentaria.
L’eccesso di peso nel 2015 interessa una quota di persone superiore al 50% nel Sud del Paese (38,6% in sovrappeso e 11,8% obese) contro il 41,0% del Nord-ovest e il 43,7% del Nord Est. Prevalenze particolarmente elevate si osservano in Molise (52,6%), Campania (51%), Puglia (50,9) e Basilicata (50,5%).
Il sovrappeso e l’obesità tra i minori aumentano significativamente passando dal Nord al Sud del Paese (19,7% Nord-ovest; 22,5% Nord-est; 23,8% Centro; 33,0% Sud; 24,8% Isole), con percentuali particolarmente elevate in Campania (36,1%), Molise (31,9%), Puglia (31,4%), Basilicata (30,3%) e Calabria (30%).
Per la sedentarietà emergono diufferenze Nord-Sud, che, afferma l’Istat, “probabilmente, riflette una diversa disponibilità di strutture organizzate per praticare attività sportiva”.
Nella maggior parte delle regioni meridionali e insulari più della metà della popolazione non pratica sport né attività fisica, fatta eccezione per la Sardegna dove la percentuale di sedentari si attesta al 36,3%. Le percentuali più elevate si rilevano in Sicilia (57,3%), Campania (57,2%), Calabria (56,7%), Molise (55,1%), Basilicata (51,7%) e Puglia (51,1%).
I comportamenti a rischio per la salute spesso si trasmettono dai genitori ai figli: fuma il 30,2% dei giovani fino a 24 anni che vivono con genitori fumatori (solo l’11,9% se nessun genitore fuma); il 48,4% dei giovani è sedentario se lo sono anche i genitori (7,7% se i genitori non lo sono). Simili riscontri si hanno anche per l’eccesso di peso e il consumo non moderato di alcol.
Il rapporto Istat è stato studiato nei dettagli anche dalla Segreteria Nazionale Ugl Medici, a guida del dott. Filippo Fordellone che in proposito afferma: “Questi dati, rappresentano una base importantissima per poter pianificare una azione sinergica nelle varie regioni che intendiamo attuare come categoria avvicinando sempre di piu’ la professionalità del medico alle reali esigenze dei pazienti. Una sinergia con l’Istituto di Statistica potrebbe essere sicuramente proficua”.